CONCORSO - 500 MIBACT. Ventimila precari al concorso, con un unico pensiero: tentiamo di SILVIA TROVATO 29 agosto 2016 IL TIRRENO
Nel Belpaese al terzo posto per la disoccupazione giovanile tra i paesi Ocse, è faticoso districarsi tra i concetti di lavoro e occupazione, e se un giorno appare la notizia di un concorso pubblico, uno di quelli che garantisce la condizione del tempo indeterminato, non puoi fare a meno di pensare: "Tento". Tentiamo perché non possiamo fare altrimenti, cosa potrebbe esserci di peggio della disoccupazione, o della frammentazione nei lavori precari multipli che accumuliamo nelle nostre vite, diventando sempre meno giovani? Tentiamo. È quello che mi sono detta anch'io quando ho saputo del concorso per i 500 funzionari del Mibact, il Ministero dei beni culturali. Una selezione per bibliotecari, archivisti, architetti, storici dell'arte, archeologi, funzionari della comunicazione, restauratori, antropologi e demoetnoantropologi. Saremo circa in 20.000 a passare la prima selezione e a imbarcarci nella pre-selezione a crocette, necessaria per fronteggiare dei numeri così elevati. I quesiti riguarderanno il diritto pubblico, il diritto amministrativo e quello dei beni culturali, l'inglese e nozioni generali sul patrimonio artistico italiano. I quesiti della pre-selezione saranno, come scopriremo, identici per tutte le tipologie di professionalità ricercate. In 20.000 partiamo da tutta Italia, da tutta Europa, tornano anche i cervelli in fuga, cervelli boomerang, tanti mai avevano partecipato in vita loro a un concorso. Io partecipo come tanti altri, prendo il treno dalla stazione del mio paese della costa tirrenica, Vada, scendo a Roma Ostiense, devo fare un cambio, per arrivare nella zona periferica della Nuova Fiera di Roma che conterrà questa grande, elefantiaca, pre-selezione. A Roma Ostiense incontro Mara, passeremo la giornata insieme, conosceremo tante persone, tante storie delocalizzate, un po' amare, un po' grottesche, un po' beffarde. La Nuova Fiera di Roma ci accoglie con una grande distesa di cemento a picco sotto il sole agostano. Qualche alberello secco fa un po' di ombra, per fortuna nelle vicinanze c'è un bar con l'aria condizionata che soffia. Iniziamo a riempire i prati secchi e gialli su cui siamo seduti nell'attesa, ci guardiamo tutti con il solito sguardo che dice "Tento". Succede in queste esperienze di massa che si abbattano dei filtri, allora nemmeno ci si presenta ma si entra subito in una profondità dolorosa e ironica, sempre sospesi tra due mondi del sentire, uno che accusa aguzzo la realtà in cui è precipitato, l'altro che cerca di difendersi con l'ironia. Mara viene da Napoli e ci raccontiamo nei dettagli le reciproche vite sconnesse, eppure sorridiamo, ci stiamo simpatiche. Mara vive a Londra da due anni e adesso lavora per Ryanair. In Italia ha cercato di entrare nella vita universitaria, voleva fare ricerca, per qualche anno ha lavorato come assistente sempre nell'attesa di qualcosa, nell'attesa che la vita potesse cominciare, che i tasselli andassero al loro posto. Un giorno ha detto basta: "Non è possibile mettere in pausa la mia vita adulta. Io voglio vivere". Mara è venuta apposta da Londra, prevalentemente per curiosità, per vedere "come funziona", anche se è super titolata e avrebbe potuto affrontare tranquillamente, in un Paese diverso, la carriera universitaria. Giulia invece è un architetto torinese, trasferita a Barcellona, dove ha aperto un agriturismo culturale. Elena è arrivata dalla Sardegna, in un percorso di traghetti, treni, hotel: "Il voucher di un mese è finito tutto qui". E così via, siamo in tanti, siamo veramente tantissimi, entriamo nel capannone e sembra una fabbrica cinese. Intorno a noi, vediamo qualcuno che ha stampato le banche dati dei quesiti, 4600 quesiti a crocette, e ripete a memoria le risposte, come un mantra. Noi ci guardiamo ormai certi del nostro destino. Ci facciamo domande, ce ne continueremo a fare fuori, tornati a Roma Termini: "In quale anno il cardinale Bernardino Spada pagò 400 scudi a Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino per il dipinto "La morte di Didone?". Nei mesi precedenti alcuni dei vertici dirigenziali del Consiglio superiore dei beni culturali hanno dato le dimissioni in segno di protesta, numerose associazioni professionali sono insorte puntando il dito contro i criteri della selezione e sono state attivate delle procedure di ricorso. Alla Nuova Fiera di Roma durante la pre-selezione l'organizzazione è efficientissima, il capannone ha l'aria condizionata, c'è una nursery per chi ne avesse bisogno, degli stewart ci incanalano nelle file, silenziosi. Con un solo colpo d'occhio è impossibile contenere tutta la prospettiva dati i numeri dei partecipanti, io mi giro verso Mara seduta accanto a me e le dico: "Mara. Cinque posti in Toscana", lei ride.
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