ORA SI INTERVENGA SUL LUNGOMARE ALDO CAPASSO 14 dicembre 2016 la repubblica
COLGO l'occasione dell'installazione della torre Nalbero sulla Rotonda Diaz per riflettere, non solo sulla torre stessa, ma in generale sulle torri in città e sull'uso aggressivo dello spazio pubblico. Ho l'impressione che Nalbero, forse, sia solo un escamotage per realizzare un grande centro di ristorazione alla sua base, che rappresenta, a mio modesto parere, la parte più "impresentabile " della torre, assieme alla caotica area circostante. Certo è stata una furbata commerciale per ottenere l'approvazione, sia pure temporanea. Ma i ristoranti sul lungomare certamente non mancano, tantomeno le vedute di Napoli dall'alto. Tuttavia osservando la torre dalla Floridiana non dispiace un volume verticale in rapporto con il mare, il litorale e il Castel dell'Ovo. Non dovrebbe avere però le caratteristiche e il disegno di Nalbero. E allora? In fondo in tutte le città europee svettano campanili, torri di castelli e grattacieli, mentre opere come la Tour Effeil, i ripetitori radio e simili, pur sempre presenti nei centri urbani europei, a noi mancano. Per cui una torre simile, snella e traforata, potrebbe, forse, essere più suggestiva e accettabile nel paesaggio napoletano, particolarmente martoriato alle spalle della Rotonda, sconvolta da ben altre "torri" abitative. In tal modo, lo sguardo di chi si affacci dalla Floridiana, dal Forte S.Elmo e dalle strade collinari sarebbe catturato dal lungomare e dal Castel dell'Ovo, così come dalla vista della torre stessa, che avrebbe il pregio di distrarre l'occhio dalla sottostante marea cementizia abitativa che aggredisce la collina di Posillipo. Mi rendo conto di esprimere un'utopia, una provocazione; la storia ci ricorda che le proposte "utopiche" per Napoli sono state sempre osteggiate, (da Lamont Young a Guerra) mentre nel quotidiano sono passati e passano, a nostra insaputa, invasioni di costruzioni che veramente mortificano il nostro paesaggio, dal grattacielo in Via Medina alle varie muraglie cinesi che "torreggiano" sulla città. Tornando alla Rotonda Diaz, essa è ormai destinata alle varie manifestazioni. Un'opportuna scelta che evita così di realizzarle nel cuore del centro storico, crendo solo caos, come Piazza del Plebiscito. Alla luce di tali considerazioni sarebbe il caso di ridisegnare lo spazio della Rotonda Diaz per queste funzioni temporanee e spettacolari, spostando il Generale vittorioso della Grande Guerra in una posizione tale da non essere più oggetto di "invasioni". Sempre a proposito di invasione dello spazio pubblico, Nalbero rappresenta ormai il top dell'uso disinvolto e disordinato delle strade e dei marciapiedi: dalle bancarelle alle vetrine sporgenti, dai multiformi gazebi ed ombrelloni dei bar ai tabelloni pubblicitari, l'occupazione ha ormai raggiunto, in alcune zone della città, insieme alla sosta delle auto, punti d'invadenza insostenibili per i pedoni. E non solo in termini di occupazione, ma anche in termini di sciatteria formale, che, insieme, non fanno giustizia della qualità delle strade e degli edifici storici del centro. Se da un lato sia giusto favorire la ristorazione e il commercio per aumentare l'occupazione, è anche giusto che ci sia un "ordine" a questa esigenza, anche perchè il turismo, che finalmente guarda a Napoli, va curato e accolto con eleganza. Non si può essere più "ostaggio dei luoghi comuni" dell'abusata "napoletanità" o simili definizioni folcloristiche che non ci aiutano. Napoli è una grande metropoli, dobbiamo convincerci a difenderla ma anche a innovarla, pur mantenendo il suo straordinario "immaginario".
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