La svolta di Chiamparino "Il Piemonte chiederà più autonomia Mariachiara Giacosa 10 dicembre 2017 LA REPUBBLICA
Nessun consultazione il presidente ha scelto la "variante soft" della trattativa con il governo
Anche il Piemonte di Sergio Chiamparino vuole più autonomia. Nessuna seduzione referendaria, sull'onda di quanto ha fatto la Lega nord in Lombardia e Veneto, quanto piuttosto l'adozione della " variante soft", nel solco dell'Emilia Romagna, e in linea con quanto annunciato ad esempio dalla Puglia di Michele Emiliano.
Il presidente Chiamparino ci sta pensando, ne ha già parlato con i suoi, in particolare con il suo vicepresidente e uomo dei conti, Aldo Reschigna. Per lanciare la "campagna autonomista" aspetta solo di vedere la versione finale della legge con le dotazioni di bilancio per i prossimi anni. « E' un ragionamento che stiamo facendo anche noi, dopo le iniziative referendarie di Veneto e Lombardia » . Esperienze che Chiamparino ha detto e ripetuto di non voler replicare. E fino a qualche mese fa, persino la strada scelta dall'emiliano Bonaccini, per Chiamparino era «la migliore», ma « difficile da praticare per il Piemonte », alla luce della condizione " economica" del Piemonte, appesantito da una mole di debiti che rendono difficile qualsiasi trattativa con il governo.
Ora però, superato il commissariamento del ministero sulla sanità, la tentazione per l'autonomia torna a farsi sentire e potrebbe diventare il piatto su cui giocare l'ultimo scampolo della sua legislatura. Il Piemonte versa allo stato circa 8 miliardi in più di quanto riceve, una cifra analoga al debito che affossa le casse della Regione. E per un centrosinistra in difficoltà, in base ai sondaggi, e alle ultime tornate amministrative, puntare sulla linea autonomista sarebbe un modo per disinnescare almeno un cavallo di battaglia della Lega nord e in generale del centrodestra, in vista delle elezioni regionalei del 2019. « Se la proiezione pluriennale delle risorse per il 2018, 2019 e 2020 avrà basi solide - annuncia Chiamparino - anche noi faremo delle riflessioni su una qualche forma di autonomia, maggiore rispetto alle competenze che abbiamo adesso». La strada, secondo il presidente, è quella tracciata dall'articolo 116 della Costituzione, quello che prevede " ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" da attribuire alle Regioni sulla base di una legge approvata a maggioranza assoluta e un intesa con lo Stato. L'ha già fatto l'Emilia Romagna, che a ottobre ha firmato con il premier una dichiarazione di intenti sull'autonomia, per poter gestire direttamente - e con più risorse - alcune materie strategiche: lavoro e formazione, imprese, ricerca e sviluppo, sanità, governo del territorio e ambiente. E ci sta lavorando anche il governatore della Puglia Emiliano, che ha annunciato, un paio di mesi fa, di essere pronto a «chiedere la stessa maggiore autonomia di Lombardia e Veneto» perché « convinto che la gestione locale sia più efficiente di quella nazionale ».
Lo pensa anche Chiamparino, che vorrebbe aprire la trattativa con il governo « solo su alcuni temi » , quelli in cui l'esperienza o le peculiarità del territorio possono fare la differenza. Un esempio? « I beni culturali. Guardiamo al Museo Egizio - chiarisce - siamo passati dal centralismo al ruolo della Fondazione che unisce pubblico e privato e, dopo cinque o sei anni, i risultati positivi sono sotto gli occhi di tutti». E ancora, la formazione professionale. « È un settore estremamente connotato dal territorio a cui fa riferimento - spiega Chiamparino - deve tenere conto della specificità del settore produttivo che deve alimentare, la domanda di lavoro che viene dalle aziende locali. Credo che possa essere gestita meglio dalle Regioni che non su basi identiche per tutto il territorio nazionale».
E, mentre scalda i motori sull'autonomia, Chiamparino ridimensiona il rischio che il Verbano possa votare per passare alla Lombardia. « Mi sembra una prova di forza del centrodestra, per altro nemmeno unitaria, in vista delle elezioni. Non si può dire che questa Regione abbia trascurato quella zona, basti pensare che sulla materia in cui abbiamo maggiore capacità di spesa, ovvero la sanità, finanziamo quattro grandi progetti su tutta la Regione e uno è il nuovo ospedale a Ornavasso».
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