Unesco: Urbani, Italia sperimenta forme tutela patrimonio Ansa 15/11/2002
L' Italia sta sperimentando nuove forme per la salvaguardia del suo ingente patrimonio artistico, che prevedono il coinvolgimento dei cittadini e degli enti locali. Lo sottolinea il ministro per i Beni e le Attivita' Culturali Giuliano Urbani, che domani interverra', a Venezia, al convegno dell' Unesco per i 30 anni dalla firma della Convenzione di cui si e' detto onorato che sia ospitato in Italia. Dopo essersi detto onorato che il convegno si svolga in Italia, Urbani rileva, rivolgendosi ai convegnisti nel lungo testo inviato oggi, che ''condividiamo un patrimonio inestimabile, condividiamo un' esaltante eredita'. Ma questo ci porta a condividere anche grandi responsabilita', e, quel che piu' conta, ci porta a condividere il dovere di individuare comuni soluzioni''. ''Ciascuno di noi oggi - prosegue Urbani - ha la possibilita' di mettere le rispettive esperienze al servizio comune. Ed e' per questo percio' che dobbiamo fare. A questo proposito trovarci a Venezia costituisce anche una sorta di 'incontro-simbolo'. Nel senso che Venezia rappresenta un unicum mondiale, ma rappresenta anche, nello stesso tempo, una moltitudine di sfide comuni a tutte le grandi citta' storiche, che caratterizzano ciascuno dei nostri Paesi. Le sfide specifiche - appartenenti cioe' alla specifica storia di ciascun Paese - dovranno ovviamente riguardare in primo luogo i singoli Paesi interessati, ma dovranno anche inevitabilmente prevedere apposite forme di collaborazione internazionale ogni qual volta risulti indispensabile''. ''Si e' fatto - aggiunge - cosi' piu' volte per Venezia e di cio' come italiano debbo manifestare la piu' viva gratitudine a molti Paesi e in primo luogo all' Unesco. E cosi' potra' certamente avvenire in futuro per tutti i luoghi artistici che le renderanno necessarie. E penso in questo caso ad esempio ai Buddha di Mamyan in Afghanistan. D' altra parte le sfide comuni, proprio perche' riguardano un po' tutti i nostri Paesi, richiederanno uno sforzo aggiuntivo: la messa in comune di tutte le esperienze e di tutti gli studi in materia di soluzioni successfull in modo tale che sia sempre piu' facile (o possibile) fronteggiare assieme comuni pericoli. Mi riferisco all' inquinamento, alla riduzione della biodiversita', ai cambiamenti climatici, allo sviluppo illimitato dei flussi turistici, alla crescita delle citta', ad alcune cause ricorrenti di molti disastri ambientali, cosi' come alla lotta contro i furti e il commercio illegale di opere d' arte''. ''In tutti questi campi - rileva il ministro - l' Unesco del futuro dovra' probabilmente avere servizi ad hoc, in grado di ottimizzare sia le conoscenze che le opportunita' di problem solving. Servira' un progetto operativo. Se sapremo fare tutto questo - e noi siamo convinti che sapremo e vorremo farlo - allora l' idea stessa di patrimonio culturale comune fara' registrare grandi progressi anche sotto un altro aspetto fondamentale: quello di saper testimoniare la capacita' di usare la cultura come strumento di sviluppo per una nuova civilta' nella convivenza mondiale, costruttiva ed efficace. In questa prospettiva l' Italia sta sperimentando da parte sua nuove e originali forme di protezione e di valorizzazione del nostro ingente patrimonio artistico. Stiamo cercando cioe' di migliorare grandemente sia la salvaguardia che il recupero dei nostri beni culturali, attraverso nuove forme di coinvolgimento dei cittadini e dei governi locali. Lo facciamo perche' abbiamo assoluto bisogno di nuove forze e di nuove risorse economiche. Ma lo facciamo anche per un' altra ragione: per la stessa storia dell' arte del nostro Paese. Che non e' mai stata una storia di un solo principe, di un solo stato nazionale, bensi' quella di mille iniziative di citta', di mecenati, di signorie, di principati. E allora per un patrimonio artistico che ha avuto mille padri vogliamo che possa tornare ad avere un futuro con centinaia, migliaia di guardiani rigorosissimi della nostra migliore tradizione nazionale''. |