Tra Vittoriale e Gardaland scatta il ticket congiunto Alessandra Troncana Corriere della Sera - Brescia 6/4/2018
E si cercano 500 mila euro per l’anfiteatro
Il comandante playboy girava per il suo teatro decadente con pigiami di seta, pantofole falliche e mangiatrici di uomini incollate al braccio: parte del suo guardaroba su misura, amanti escluse, sarà esposto in quel luogo di culto edonistico che è Gardaland. Abiti, vestaglie, accappatoi, valigie, reliquie e feticci: la vernice della mostra (permanente) su D’Annunzio al parco divertimenti di Castelnuovo del Garda è sabato, e i dettagli sull’allestimento restano risicatissimi. Ma il biglietto congiunto tra la dimora del Vate e Gardaland, disponibile alla cassa da qualche giorno, è già diventato un’ossessione per i turisti, inclusi i feticisti delle montagne russe: «Ci si può presentare qui e viceversa: la formula ci sta dando grandi soddisfazioni» fa sapere Giordano Bruno Guerri, presidente della fondazione Vittoriale.
La mostra a Gardaland (i parrucconi non si irritino: non è un caso che il ministero della Cultura abbia in carico anche il Turismo), non è il solo progetto di Guerri, che in questi anni è riuscito a togliere muffa e ciarpame rendendo il Vittoriale tra le dimore più intasate dal pubblico in Italia (solo nel fine settimana di Pasqua, 6.200 visitatori). In autunno, il presidente vorrebbe dare qualche costosissima aggiustatina all’anfiteatro in cui, in questi anni, con il festival Tener-a-mente, si sono esibiti diverse divinità della musica (altrettante ne arriveranno quest’estate): «Vorremmo terminare il progetto di D’Annunzio e del suo architetto Gian Carlo Maroni e ricoprire la gradinata di marmo veronese rosso». Il preventivo: 500 mila euro.
Il Vate l’aveva immaginato come una «conca marmorea sotto le stelle» (cit) in cui mettere in scena i propri spettacoli, come faceva Wagner a Bayreuth: mandò addirittura Maroni a studiare gli esempi di Pompei. Ma il suo progetto era costosissimo e i lavori furono interrotti: benché siano stati ripresi negli anni Cinquanta, l’anfiteatro resta ancora oggi nudo, senza la copertura di marmo immaginata dal padrone di casa.
Guerri lancia una chiamata alle arti per indurre in tentazione i mecenati e riuscire a pagare il maquillage: «Faccio un appello per raccogliere fondi attraverso l’Art bonus, grazie al quale siamo già riusciti a fare tante cose (si tratta di un credito di imposta, pari al 65% dell’importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano, ndr )».
In platea, potrebbero aggiungersi altre poltrone: «Oltre al rivestimento di marmo, c’è anche l’idea di aggiungere sedute removibili, solo per i concerti del festival (Tener-a-mente ha la tendenza al sold-out, qualche posto in più oltre ai 1500 già presenti sarebbe molto gradito, ndr )».
Oltre a progettare conche sotto le stelle e sedurre le sue muse ispiratrici per poi abbandonarle, il comandante aveva un’altra fissa: si profumava con un’essenza da lui stesso inventata, l’Aqva Nuntia, «un profluvio di aromi gentili» la cui formula resta scritta a margine di un ricettario galante del XVI secolo. La cospargeva addirittura su tende, sofà, tappeti, statue, quadri, vasi, scatolette piene di peli pubici (rigorosamente femminili) e ogni altro feticcio o arredo della sua alcova: per la mostra D’Annunzio e l’arte del profumo. Odorarius mirabilis , una profumatissima tentazione dei sensi allestita con il contributo della famiglia Vidal (attraverso l’Art bonus), il Vittoriale ha deciso di produrre quattro fragranze. Oltre all’Aqva Nuntia, suggerita a qualunque dandy degno di questo nome, Ermione, che pare infonda gioia spirituale, Divina Musa, irradiazione del mistero che Guerri definisce «molto sexy» e Il Piacere, inno alla voluttà. «Ma stiamo preparando altre due essenze: il Notturno, per lei, e Il fuoco, per lui. Le troverete al Vittoriale e nelle migliori profumerie».
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