Ville Venete, Italia Nostra chiede al Mibac di intervenire sulla “devastazione del paesaggio veneto” AgCult 4/2/2019
Per Villa Emo “l’unica seria soluzione è l’acquisto da parte del Mibac e la sua destinazione a uso pubblico”.
In merito alla questione della vendita di Villa Emo a Fanzolo di Vedelago (TV), “la provocazione lanciata dalla Sezione di Treviso – perché di provocazione si è chiaramente trattato – ha il merito di aver richiamato l’attenzione mediatica su una questione al centro delle battaglie di Italia Nostra: come arrestare la devastazione del paesaggio veneto dovuta in generale ad un sistema economico basato sullo sfruttamento forsennato del territorio e in particolare alle ‘tre C’ – cavatori, cementifici e costruttori”. Lo precisa l’associazione Italia Nostra in una nota a firma di Mariarita Signorini, presidente nazionale Italia Nostra, e Carmine Abate, Presidente consiglio regionale Veneto Italia Nostra.
“‘È triste vedere che per farsi ascoltare si debba spararla grossa,’ è il commento del Presidente Italia Nostra Veneto, Carmine Abate. I problemi del territorio sono noti a tutti gli addetti ai lavori e anche a una parte significativa di opinione pubblica sensibile a temi ambientali. Cemento in ogni sua possibile declinazione: cave che divorano intere colline; sviluppo di quartieri a bassissima intensità abitativa che hanno spalmato un micidiale strato di concrezione cementizia sulla campagna veneta; villette e capannoni per lo più vuoti, sparsi ovunque senza soluzione di continuità; viabilità congestionata dall’uso forzoso dell’auto, cui nessuna pedemontana potrà mai dare sollievo”.
LA TUTELA DELLE VILLE VENETE “Cercare di tutelare le Ville Venete – continua la nota di Italia Nostra – da questo dissennato parossismo autodistruttivo sembra essere uno sforzo vano, come svuotare il mare con un cucchiaino. Contro il senso di scoraggiamento, Italia Nostra nazionale lancia una contro provocazione: demolizione del brutto e tutela assoluta del bello. ‘E’ giunta l’ora di pronunciare questa fatidica frase – afferma Mariarita Signorini -. Demoliamo i capannoni abbandonati che mortificano la vista della campagna dalle finestre delle Ville Venete e restituiamo il paesaggio ai cittadini. Si può e si deve demolire! Se ci si vuole rendere conto di come fosse quel paesaggio, ci si deve riferire a quello descritto dai grandi pittori veneti, da Giovanni Bellini in poi’”.
“Per quanto riguarda invece la Villa Emo, l’unica seria soluzione è l’acquisto da parte del MiBAC e la sua destinazione a uso pubblico. In generale, tra i due estremi suggeriti dalla provocazione della Sezione di Treviso – pubblico abbandono o privato centro commerciale – esistono molte soluzioni intermedie, più in linea con il grande valore delle Ville Venete e una loro valorizzazione culturale e sociale. Esplorare, suggerire e valutare queste soluzioni sarebbe il compito di una buona amministrazione locale, capace di coniugare sviluppo, valorizzazione e tutela”.
“ ‘Ribadiamo la necessità che il Ministero, tramite la Soprintendenza Regionale del Veneto, proceda a una revisione del dispositivo di vincolo, in modo da precisare e aggiornare in modo puntuale gli obblighi di tutela e fruizione pubblica’, conclude Carmine Abate”. https://agcult.it/2019/02/04/ville-venete-italia-nostra-chiede-al-mibac-di-intervenire-sulla-devastazione-del-paesaggio-veneto/
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