Venezia. Ticket, quale impatto? Il Cnr: «Cambia poco». Il Ciset: «Comunque utile» Mo.Zi. Corriere del Veneto 6/2/2019
VENEZIA. Utile ma non risolutiva. Secondo gli esperti, l’imposta di sbarco che debutterà a maggio a Venezia è un tassello di una strategia più complessa da mettere in campo per combattere l’«Airification», neologismo che indica lo spopolamento dei centri storici delle città d’arte per l’effetto congiunto dei voli low cost e delle affittanze turistiche su Airbnb.
Il termine compare nel nuovo rapporto sul turismo realizzato dall’Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo del Cnr e che sarà presentato il 10febbraio alla Bit di Milano. «Lo sviluppo incontrollato del turismo è uno dei temi centrali della tavola rotonda che abbiamo organizzato in occasione della presentazione del rapporto – spiega Alfonso Morvillo, direttore dell’Istituto - E l’imposta di sbarco è un espediente che da solo non è efficace. Bisogna definire una strategia più ampia a livello nazionale e locale perché la politica dei prezzi non è un deterrente efficace: ovviamente la tassa di sbarco scoraggia ma alla fine dieci euro non è una cifra così inarrivabile e le logiche che inducono un turista a scegliere una meta non sono indotte solo dal costo».
Per stabilire il preciso impatto del contributo sarà necessario effettuare una ricerca sull’elasticità della domanda rispetto al prezzo. «La domanda che bisogna porsi è: quanta ricchezza portato i turisti al luogo che visitano? - chiede Morvillo – Noi ce la siamo fatta e la nostra ricerca Quantità vs Qualità dice che il valore aggiunto è molto limitato. E sicuramente non vale il prezzo della modificazione dei centri storici».
Un problema che la tassa di sbarco non può risolvere, né il blocco alle nuove trasformazioni turistiche deciso dal Comune risarcisce la città di quanto le è stato tolto. E molto le viene tolto in ogni giorno di «piena» di escursionisti. «Credo che il contributo di sbarco possa migliorare la qualità del turismo – riflette Mara Manente, responsabile del centro studi veneto sul turismo Ciset – Alcuni studi mostrano che c’è disaffezione nei confronti di Venezia a causa della congestione e non a caso la tassa di sbarco è stata introdotta da tempo nelle isole, altri luoghi delicati a rischio congestione».
Ischia, l’Elba, in Sardegna. La modularità della tassa veneziana è l’elemento di novità. «Non tutti possono spostare la visita dai giorni in cui si paga 10 euro a quelli in cui se ne pagano tre e permettersi di fare le vacanze quando vogliono – ricorda Manente –. A Venezia la tassa di sbarco realizza una misura di equità tra chi pernotta e paga la tassa di soggiorno e chi arriva per un giorno e finora non ha mai pagato niente. Ma può migliorare la qualità della visita, portando vantaggi in termini di visitatori».
Vale a dire un pubblico più selezionato, esigente e rispettoso. |