Brescia. Un viaggio in «3D» in San Salvatore Alessandra Troncana Corriere della Sera - Brescia 1/6/2019
Dopo i resti del Capitolium e le Domus dell’Ortaglia, i visitatori potranno guardare con occhi diversi anche la basilica di San Salvatore: in autunno, infatti, Brescia Musei estenderà la tecnologia degli ArtGlass, gli occhiali per vedere l’arte con la realtà aumentata, anche nella chiesa voluta da re Desiderio.
Per ora, il direttore della fondazione Stefano Karadjov e il suo staff stanno valutando quali contenuti mostrare ai turisti. Ma è certo che sarà (anche stavolta) un’esperienza sorprendente: un viaggio a tre dimensioni nel tempo tra affreschi e architetture. L’esperienza è già stata testata con successo nel tempio romano (dal 2015) e nelle Domus dell’Ortaglia, dove è approdata l’estate scorsa grazie al finanziamento concesso da Regione Lombardia.
Oltre alle Domus dell’Ortaglia e ai loro salotti con triclini in tessuto a righe e i corridoi pieni di frasi sconce, oltre i resti e le celle del Capitolium, il viaggio a ritroso nel tempo (e in formato 3D) si estenderà alla basilica di San Salvatore.
Per gli ossessivo-compulsivi dell’archeologia (ma non solo), gli ArtGlass diventeranno un accessorio irrinunciabile: in autunno, infatti, Brescia Musei amplierà l’esperienza della realtà aumentata tra i capitelli di età classica, i lacerti di affreschi e gli absidi della chiesa voluta da re Desiderio. Sul progetto, al momento, c’è il massimo riserbo: Stefano Karadjov, direttore della fondazione, i suoi archeologi e la Soprintendenza devono ancora valutare i contenuti virtuali in cui saranno immersi i visitatori. Ma è certo che tra pochi mesi la tecnologia — che ha debuttato nel 2015 al Capitolium e nell’estate scorsa e, grazie a un finanziamento della Regione, è stata applicata con successo alle Domus dell’Ortaglia — sarà estesa anche alla basilica. Un capolavoro architettonico che, nell’idea di re Desiderio, avrebbe dovuto essere l’emblema del potere dinastico della monarchia e dei ducati longobardi.
La nuova tappa del viaggio a tre dimensioni recepirà tutte le innovazioni tecnologiche degli ArtGlass, che si evolvono con una velocità impressionante: una migliore definizione delle immagini, animazioni più spettacolari, una precisione ancora più millimetrica nel collocare le informazioni nello spazio virtuale. Brescia Musei è stata la prima realtà in Italia ad applicare le lenti per la realtà aumentata all’archeologia: oltre agli occhiali, il pubblico viene attrezzato anche con cuffie per l’audio-guida (in italiano e inglese).
L’incrocio e l’amalgama tra arte, creatività e hi-tech ha sedotto da subito il pubblico bresciano (stando ai dati forniti l’anno scorso, a guardare il Capitolium con «altri occhi», dal 2015 all’estate dell’anno scorso, sono state oltre 4.400 persone).
ArtGlass ha sviluppato e brevettato una piattaforma tecnologica che applica la realtà aumentata ai beni culturali attraverso dispositivi indossabili, in particolare visori di ultima generazione (Glass). Come spiega la società — nata nel 2013 e parte del gruppo Capitale Cultura — sul suo sito, si tratta di «un processo continuo di apprendimento, miglioramento del prodotto, acquisizione di competenze»: ArtGlass ha creato un team di content authors esperti nella creazione di contenuti multimediali e nel 3D cui è stato affidato il compito di, testuale, «adattare i database dei siti culturali ai linguaggi della realtà aumentata:» per gli esperti americani di Superventures è tra le aziende leader nel settore.
Per citare due o tre esempi, nel curriculum della società — che ha una sede a Monza e un’altra a Verona — ci sono anche tour virtuali in piazza dei Miracoli (Pisa), alla mostra Da Guercino a Caravaggio allestita a Palazzo Barberini (Roma) e nella storia della Formula 1 all’autodromo di Monza.
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