Brescia, musei, sfida sul centro ricerche Maurizio Pegrari Corriere della Sera - Brescia 6/6/2019
Se il Musil è al nastro di partenza, prende forma anche il nuovo Museo di Scienze naturali nell’area ex Caffaro. Due ottime occasioni per pensare non solo e non tanto a due contenitori, ai loro costi e alle risorse per renderli attivi e propositivi in termini di uomini e di idee ma, in modo particolare, ai loro dintorni. Alludo alle numerose aree attigue che rischiano di farli apparire piccole cattedrali nel deserto. Chi percorre le zone adiacenti si imbatte in scheletri di ferro arrugginito e in facciate di industrie che non esistono più, testimonianze di un’epoca che appartiene inesorabilmente al nostro sia pur recente passato. Andrebbe aggiunto il complesso dell’Ideal Standard che, confinando con la ferrovia Brescia-Iseo, se riconvertito proporrebbe un interessante tramite turistico. Sarebbe da evitare lo spettacolo dell’area dei Magazzini generali nella quale le Casére appaiono un contenitore vuoto di proposte. Eppure in molte altre realtà italiane ed europee i risultati sono assai diversi. Le sinergie tra i due musei fanno pensare alla possibilità di creare un campus tecnologico evitando nuove proposte immobiliari o l’immancabile centro commerciale. Credo che le sfide future si declineranno in termini di ricerca scientifica nel campo dell’ingegneristica e in quello medico. Con due università che gravitano in questi settori, sarebbe auspicabile che fosse presa in considerazione l’idea di dar vita a un piccolo ma importante centro di ricerche in questi settori, supportati, anche in termini economici, dall’intero nostro sistema industriale. Sistema che troverebbe l’opportunità di ottenere interessanti economie di scala per le proprie esigenze. La struttura delle Pmi bresciane, infatti, non consente adeguati centri di ricerca e sviluppo, ma un consorzio con tali finalità sarebbe oltremodo funzionale alle loro attività. Così, alla fine, il Musil (in foto il rendering) e il nuovo Museo di Scienze si troverebbero in un contesto diverso e più adeguato alla loro funzione. Da un lato una straordinaria raccolta di testimonianze di una industrializzazione che affonda le sue radici nei secoli scorsi e, dall’altro, una nuova forma di processi economici che dal presente si proietta nel futuro. Forse è solo un’utopia, ma vorrei che le testimonianze di una Brescia vitale e operosa si mantengano anche per il futuro.
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