Centro storico La Curia accetta l’invito del Comune: via al patto per il decoro Elisabetta Andreis Corriere della Sera - Milano 8/6/2019
Bus turistici, più traffico in Area C I pullman aumentati del 31%: ogni giorno 130 ingressi nei Bastioni. «Ipotesi super-ticket»
I bus turistici «invadono» il centro 130 volte al giorno: gli ingressi in Area C sono aumentati del 31 per cento, nonostante il rincaro sul ticket del centro città a loro riservato. Intanto i commercianti applaudono all’appello della Veneranda Fabbrica sull’eccesso di eventi attorno al Duomo, ripreso dall’assessore Filippo Del Corno, mentre gli architetti «giocano» a ridisegnare la piazza della cattedrale.
Bianchi, rossi, gialli. Pesanti, ingombranti. Ogni giorno i bus turistici «invadono» le vie storiche del centro per 130 volte. L’ aumento è stato vorticoso a dispetto del caro-ticket a loro riservato.
Un occhio ai dati: dal 2017 a oggi gli ingressi in Area C sono cresciuti del 31 per cento. E se si considerano solo gli autobus scoperchiati a due piani «stile Londra» (questi sono peraltro esenti da ticket) la crescita schizza addirittura al 105 per cento.
Sui primi (bus per i gruppi organizzati) decide il Comune. Palazzo Marino già a ottobre 2017 aveva inasprito le regole, come sperimentazione per due anni: rincaro netto del ticket che arriva fino a 100 euro, come disincentivo all’entrata in Area C. «Stangata», avevano protestato le associazioni di categoria, anche se l’importo elevato era addolcito da cinque ore di sosta gratuita in zone fuori dal centro storico. Dopo l’estate Palazzo Marino farà il bilancio e deciderà: ma ad oggi, risultati alla mano, neanche 100 euro paiono bastare come «tassa deterrente». I turisti sono un tesoro, la città attira di più.
I bus coi gruppi organizzati approdano allora soprattutto in Foro Buonaparte o in via subordinata in altre 9 spazi nella Cerchia dei Bastioni. Depositano i viaggiatori ed escono di nuovo, per la sosta lunga. Due anni fa 13 mila ingressi, la stima 2019 sfiora i 18 mila. Circa cinquanta al giorno.
A queste si aggiungono le 78 corse dei bus scoperchiati: i modelli hop on-hop off fanno capo a due agenzie. Ci sono i rossi «City sightseeing» (Zani viaggi) e i gialli «Milano open tour» (Air pullman e Star). Per loro il Comune concorda solo percorsi e fermate, sul resto regolamenta la Regione. Assimilati ai mezzi Atm, non pagano ticket.
«Noi abbiamo raddoppiato i viaggiatori, l’anno scorso sono stati 200 mila e contiamo di fare almeno altrettanto nel 2019 — spiega Andrea Astori, responsabile dei «City sightseeing». Quattro linee (l’ultima appena aggiunta) da Brera al Cenacolo, dalla Scala al Castello. Cinquantaquattro corse giornaliere, frequenza ogni mezz’ora da mattina a sera: nel 2017 erano 38 e il competitor — che oggi ha 24 corse — non era ancora entrato nel mercato.
«La nostra flotta conta dieci bus e potrebbero aumentare, a Roma ne abbiamo 14. Ma se il Comune ci chiedesse ulteriori sforzi in chiave ecologica siamo pronti — assicura Astori —. Uno dei nostri bus è già il primo turistico in Italia completamente elettrico».
Tornando ai veicoli per i gruppi organizzati, l’assessorato alla Mobilità li tiene d’occhio. A settembre scade il periodo di sperimentazione delle regole introdotte nel 2017: detto che i turisti fanno bene a Milano, in via di ipotesi potrebbe essere deciso un ulteriore rincaro del ticket?
Palazzo Marino resta prudente: «Continuiamo a richiamare le società che gestiscono il servizio a un senso di responsabilità verso Milano — sottolinea —. La città è sempre più attrattiva ma impone regole molto precise a favore dell’ambiente e contro la congestione».
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