Firenze. Medici Story (un nuovo museo) Ivana Zuliani Corriere Fiorentino 16/6/2019
Firenze porta in ogni suo angolo un segno della famiglia Medici. Ma un museo dedicato alla dinastia che ha reso la città quella che è, mancava. A realizzarlo ci ha pensato un giovane di Vinci, Samuele Lastrucci, musicista. Tra fine giugno e i primi di luglio a Palazzo di Sforza Almeni in via dei Servi a Firenze, inaugurerà il primo Museo De’ Medici. «Vogliamo raccontare la storia di tre secoli di questa famiglia a cui Firenze deve tutto, ma che non sempre turisti e fiorentini conoscono» spiega. I Medici sono per lui da sempre una grande passione e da qualche anno anche oggetto di studio e lavoro. «Da quando ho iniziato a dedicarmi alla musica antica e barocca ho trovato nel mecenatismo mediceo una risorsa inesauribile di materiale e suggestioni». Due anni fa ha fondato un ensemble intitolandolo al Gran Principe Ferdinando, musicista e patrono di compositori come Perti, Händel e Scarlatti, ha eseguito brani legati alla dinastia, ha tenuto un corso su «La Musica alla Corte Medicea» e ha avuto modo di conoscere studiosi, collezionisti, esperti della storia della famiglia che lo hanno aiutato a mettere in piedi il progetto. «Nell’anno del doppio cinquecentenario di Cosimo I e Caterina, grazie ad una rete di prestigiose partnership istituzionali e imprenditoriali, possiamo presentarlo al pubblico». Il nuovo museo, diretto da Marzia Cantini, ha sede nel palazzo che fu di Sforza Almeni, cameriere segreto di Cosimo I (come testimonia lo stemma Medici-Toledo affisso sullo sprone tra via dei Servi e via del Castellaccio). Qui tra pezzi storici e istallazioni multimediali, viene raccontata la storia della dinastia, per temi: il mecenatismo artistico e quello scientifico, il granducato, il costume, la vinicoltura. Tra i pezzi esposti ci sono le monete originali dei Granduchi, un enorme albero genealogico, un plastico con 16 mila figuranti che rappresenta la battaglia di Anghiari, un ologramma con la corona di Medici (andata perduta), la riproduzione del telescopio di Galileo e quella di un tasto del primo fortepiano di Bartolomeo Cristofori. Verranno ricostruiti i banchetti rinascimentali, con tanto di statue di zucchero, l’abito rosa indossato da Eleonora di Toledo nel ritratto del Bronzino (oggi alla Galleria nazionale di Praga), cucito da Massimo Poli con centinaia di perle firmate Paolo Penko. Su una parete sono appese cornici dorate, senza tele: saranno riempite con i ritratti (virtuali) di grandi personaggi della dinastia circondati da opere da loro commissionate. Ci sarà persino una «cantina» con bottiglie di vini delle 4 «zone di origine» individuate da Cosimo III con il bando granducale del 1716. Nel book shop, gestito da Pagliai, 250 titoli di vari editori dedicati ai Medici e opere dell’orafo Penko. |