Torino. «Non è un dramma ricoprire un murales» Paolo Coccorese Corriere della Sera - Torino 27/6/2019
Fijodor Benzo critica la scelta del Comune che invece restaura i graffiti
La scelta del Comune di restaurare i murales della città propone una riflessione su quali opere dell’arte pubblica sono da salvare. Ragionamento che non deve solo considerare l’investimento economico necessario, ma anche una questione più filologica che Fijodor Benzo, uno degli street artisti torinesi più attivi, spiega con un ricordo: «Sono nato in una cittadina ligure dove ho frequentato un centro sociale di cui dipinsi quasi tutte le pareti — racconta Mrfijodor (il suo nickname) —. Qualche tempo fa, tornai in quel posto e mi rattristai nel vedere che nessuno aveva cancellato quello che avevo fatto io per inventarsi qualcosa di nuovo. In questa cultura è normale che una parete sia ridisegnata da un altro artista. Ben venga, così si può raccontare un’altra storia».
Ma così Torino rischia di perdere anche graffiti molto importanti: non crede?
«Durante le Olimpiadi le istituzioni hanno cancellato il murales del sommergibile ai giardini Reali».
Perché era importante?
«Anche se illegale e realizzato da un artista legato ai movimenti di contrapposizione, quell’opera rappresentava la storia: era il primo murales fatto in città» .
Per questo ha un pensiero critico sul progetto di conservazione dei murales?
«Tutt’altro. Mi sono confrontato con i ricercatori dell’Università e devo dire che mi ha colpito la loro voglia di approfondire qualcosa che non conoscevano, l’attenzione nell’ascoltarmi e anche il rispetto per la materia».
Ma hanno un obiettivo chiaro: restaurare i graffiti...
«A Torino sono tanti e con storie diverse. Per intenderci, accetto che sia “salvato” quello in memoria delle vittime del rogo Thyssen. È stato dipinto con l’associazione e le famiglie degli operai e penso sia necessario tramandare un’opera che possa raccontare quella tragedia anche alle future generazioni».
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