Uffizi. Ora per Schmidt il secondo mandatoè più vicino Chiara Dino Corriere Fiorentino 27/6/2019
La domanda vola veloce di bocca in bocca, e, seppur a bassa voce, stesso destino tocca alla risposta. La domanda: «Che fine farà Eike Schmidt con questa riforma, resterà alla guida degli Uffizi e — dato l’annuncio del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli in merito all’accorpamento della Galleria dell’Accademia con gli stessi Uffizi — del neonato mega museo?». La risposta: «È molto probabile».
Nessuno lo dice ufficialmente, ma dal ministero lasciano trapelare che l’ipotesi Schmidt sia la più probabile, sempre che lui lo chieda ufficialmente. Non sarà un caso se l’altro ieri il sottosegretario all’Interno, il leghista Stefano Candiani, in visita a sorpresa agli Uffizi alle nuove sale dedicate a Bronzino, Tiziano e Ligozzi, ha detto: «Questi nuovi spazi sono molto belli, così come gli allestimenti . Agli Uffizi bisogna osare e adesso qui si osa». E ancora: «Sono molto soddisfatto di aver incontrato e conosciuto il professor Schmidt e aver avuto modo di apprezzare il lavoro svolto in questi anni nel rilancio degli Uffizi, che deve continuare». L’ipotesi di Tomaso Montanari direttore delle Gallerie, che pare sia quella che più sta a cuore a Bonisoli, malgrado la smentita a Un giorno da Pecora, sembra quindi prematura anche perché creerebbe delle frizioni all’interno della maggioranza di Governo.
La domanda che interessa Firenze, per altro, è la stessa che rimbalza a Vienna dove il direttore degli Uffizi è atteso, a fine anno alla direzione del Kunsthistorisches Museum. Anche dall’Austria aspettano risposta e anche in Austria non hanno certezze. E il «no comment» di ieri del diretto interessato non aiuta a dirimere la questione. Schmidt, infatti, a latere della presentazione della mostra Tutti i colori dell’Italia ebraica a precisa domanda sul suo futuro e sulla sua disponibilità a guidare entrambi i musei ha detto: «In questo momento preferisco non rispondere» aggiungendo «Chiedete anche alla mia collega Cecilie Hollberg». Che lui avrebbe piacere di restare, non è un mistero: in passato ha sostenuto più volte che la scelta definitiva non dipende dalla sua volontà ma «dalla politica». E se va fatta una considerazione in questo senso è certo che la Lega si batterà per la riconferma del direttore tedesco.
C’è un punto però che non va dimenticato. Era il primo settembre 2017 quando, nel corso di una conferenza stampa a cui prendeva parte con il ministro della Cultura austriaca Thomas Drozda, Schmidt stesso annunciava il suo futuro a Vienna. Non solo, lui stesso aveva lasciato intendere che l’accordo con Vienna era stato rafforzato da una firma per il suo futuro incarico. La sua permanenza a Firenze resta comunque possibile ma certamente occorrerà per lui un forte endorsement politico. Dovrà essere lo stesso ministro Bonisoli a trovare un accordo con il suo omologo austriaco Drozda riducendo al minimo i danni per il Kunsthistorisches Museum. Ipotesi non del tutto peregrina anche se si dovrà capire se sarà necessario pagare una penale. Forse è nell’attesa di dirimere questa questione che ieri alla domanda sul futuro di Schmidt Bonisoli è stato sfuggente. «Sarà Eike Schmidt il prossimo direttore del futuro museo che tiene insieme Uffizi e Galleria dell’Accademia?» gli abbiamo chiesto. «Abbiamo un posto da direttore del nuovo polo e andrà trovato un direttore per questo polo», ci ha risposto.
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