Milano. Aree vincolate. I 5 Stelle: «Abbiamo visioni diverse della città. Il verde va difeso» Pierpaolo Lio Corriere della Sera - Milano 2/7/2019
L’alleanza tra movimento e comitati di zona
Per gli avversari sono «il fronte del no»: l’ostacolo a ogni possibilità di sviluppo, un freno ai progetti di prolungare il momento «magico» che Milano sta vivendo. È l’alleanza stretta dal Movimento Cinque Stelle con un’ampia parte della nebulosa di comitati spuntati un po’ in ogni angolo e alcune associazioni. Un’asse che però rifiuta l’etichetta di oppositori del progresso. «Noi non siamo contrari a nulla a prescindere», ribatte Gianluca Corrado, ex candidato sindaco pentastellato e oggi capogruppo dei grillini a Palazzo Marino: «La verità è che abbiamo però una visione della città che è diametralmente diversa da chi solo a parole si dichiara ambientalista».
La prima linea di questa battaglia oggi si combatte lungo una trincea immaginaria che parte dal Quartiere Triennale 8, passa per piazza d’Armi e arriva fino alla palazzina «ex chimici» a Rogoredo. Sono tutte e tre aree su cui sono da poco planati altrettanti vincoli del ministero dei Beni culturali guidato dal cinque stelle Alberto Bonisoli. «Non sono vincoli “punitivi” nei confronti di un’amministrazione di colore politico diverso — chiarisce Corrado — ma aree che rappresentano alcune nostre storiche battaglie, portate avanti fin dalle origini del Movimento, per la tutela del territorio e per uno sviluppo ecosostenibile della città, che se vuole essere europea dev’esserlo anche sotto questo punto di vista». E poi, il consigliere comunale grillino esclude che l’«arma» del vincolo davvero blocchi i progetti urbanistici in corso. «Basta guardare a quanto successo al giardino dei Giusti al Monte Stelle — ricorda — dove il vincolo non mi pare abbia mandato all’aria il progetto. Sono bastate solo alcune piccole modifiche».
È diverso il discorso su piazza d’Armi, dove il comitato di cittadini della zona festeggia lo stop alla «colata di cemento che pensavano di riversare su un’oasi naturale che andrebbe invece preservata», dice Graziano Galli, tra i fondatori del gruppo: «Non abbiamo fermato la realizzazione di un parco, ma gli interessi dei privati su un’area pubblica. Abbiamo evitato che venissero costruite decine di torri». «Per noi la questione è semplice — è la sintesi di Corrado —: il verde deve restare verde. Semmai la priorità dovrebbe essere quella di rigenerare le tante aree oggi abbandonate, senza nuovo consumo di suolo».
E per il futuro? I timori dell’amministrazione comunale ora si concentrano sui lavori in programma in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. «Non ci sono rischi», rassicura ancora il «portavoce» dei Cinque Stelle a Palazzo Marino. «Le aree interessate sono fuori da ogni vincolo e noi non siamo contrari ai grandi eventi, vogliamo solo che vengano fatti senza che il costo da pagare sia l’illegalità e infiltrazioni della criminalità organizzata».
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