Firenze. Il caso Santa Maria Soprarno, un check-upper i dehors Enrico Nistri Corriere Fiorentino 21/7/2019
Nonostante la sua storia non sempre tranquilla, fra demolizioni ottocentesche e vicissitudini belliche, piazza Santa Maria Soprarno è oggi un angolo discreto di Firenze, risparmiato dai grandi flussi turistici. La chiesetta di Santa Maria de’ Bardi, ricordata in una novella del Sacchetti, sopravvive ormai solo in un dipinto di Telemaco Signorini, ma la sua posizione strategica fra via de’ Bardi, Lungarno Torrigiani, la Costa dei Magnoli e la scalinata della rampa delle Corti, insieme alla vista del corridoio vasariano, la rende uno di quei luoghi del centro in cui è ancora piacevole vivere. La rende, o la rendeva? Le proteste dei residenti per i nuovi dehors collocati nella piazzetta sono indice di una preoccupazione diffusa anche in varie realtà cittadine, in tempi nei quali anche l’installazione di qualche tavolino e qualche ombrellone, come nel caso in questione, rischia di estendere la movida ad aree rimaste immuni. A suscitare le doglianze potrebbe aver contribuito anche il fatto che tavolini e coperture non siano stati collocati davanti ai locali, ma dirimpetto al lungarno Torrigiani, offrendo uno splendido panorama agli avventori ma coprendo gli Uffizi e il Ponte Vecchio a chi attraversa la piazza. La questione investe soprattutto le regole, che, se ci sono, devono essere uguali per tutti. Oltre tutto i dehors sottraggono spazio per la sosta dei residenti in un centro storico in cui la carenza di posti auto è cronica e, tanto per assicurare «visibilità» ai locali, restano in funzione, riscaldati da poco ecologici «funghi», anche nei mesi invernali, quando rimangono semivuoti. Talora, come in piazza della Repubblica, perpetuano un’antica tradizione e sono stati allestiti con oneri non indifferenti, seguendo le non sempre felici indicazioni del Comune. Ma in altri sono proliferati all’insegna del self help, con interventi che rischiano di «trasteverizzare» scenari unici al mondo. L’attività di imprese commerciali che danno lavoro a molti dipendenti merita rispetto, ma rispetto meritano anche Firenze, le sue tradizioni, il suo arredo urbano e le regole per il decoro: non si può andare avanti avallando più o meno tacite concessioni a chi sfrutta il suolo pubblico. Un serio banco di prova per la nuova amministrazione potrebbe essere costituito proprio da un drastico controllo sulle concessioni in essere, insieme all’accertamento di eventuali abusi, a cura magari della polizia municipale. Sempre, beninteso, che i vigili ne abbiano tempo e voglia.
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