Verde pubblico. Milano, un voto alle palme in Duomo Andrea Krebaker Corriere della Sera - Milano 21/8/2019
«Cerco un po’ d’Africa in giardino tra l’oleandro e il baobab»… Ricordate? Erano gli anni Settanta quando Adriano Celentano, con la sua Azzurro, faceva cantare tutta Italia. Non immaginava, il milanesissimo molleggiato, che quasi 50 anni più tardi i suoi concittadini si sarebbero trovati ad accapigliarsi su un tema simile, a seguito dell’installazione in piazza Duomo di una grande zona verde con piante del tutto estranee alla nostra tradizione, in particolare palme e banani. L’Africa non era neppure più in giardino: era sbarcata al cospetto del monumento di Vittorio Emanuele II. E — visto che poco pare appassionare tanto l’opinione pubblica come la cattedrale e la sua piazza — il dibattito fu amplissimo: critiche feroci, ironie, sarcasmi, polemiche politiche e perfino un modesto incendio, dovuto peraltro all’incuria di un giovane. Incredibilmente, le piante extracomunitarie suscitavano quasi più partecipazione dei migranti. Col tempo, anche i più accesi detrattori si erano assuefatti all’idea del palmeto; ma ora il rinnovo della concessione sulle aiuole, in scadenza a fine anno, riapre i giochi. Considerati i precedenti, non sarebbe male se questa volta la città potesse esprimersi in anticipo. Un mini sondaggio a campione, per esempio, potrebbe dare qualche indicazione. Nel Paese siamo sommersi da temi divisivi: se almeno sulle palme riuscissimo a capire una volta per tutte cosa vuole la maggioranza, magari poi le decisioni in merito sarebbero più condivise. Perché non provarci? |