Lecce, Museo Castromediano. Titoli, interviste e presunti malintesi. Il rettore ci scrive Fabio Pollice, Michele Pennetti Corriere del Mezzogiorno - Puglia 22/8/2019
Caro direttore, in caso di intervista è noto che la responsabilità dei titoli è dei soli giornalisti. Tuttavia non posso che dispiacermi per il titolo scelto dalla vostra testata per sintetizzare la mia conversazione con voi. Voi avete titolato: «Museo fantasma a Lecce, il rettore Pollice attacca: così danni per il territorio». Avete descritto una vostra opinione («Museo fantasma») e l’avete scaricata su di me anche se nell’intervista non ve n’è traccia, oltre a descrivermi come qualcuno che attacca e che dichiara che il territorio subirà conseguenze negative (per le scelte del Castromediano). Mi sarei aspettato ben altra restituzione del mio pensiero anche in considerazione dei lusinghieri giudizi espressi sulla ristrutturazione e delle considerazioni in merito all’esigenza di abbassare i toni della polemica e fare rete per migliorare l’offerta culturale del nostro territorio. Comunque, in modo succinto, vorrei esprimere con parole semplici la mia opinione, per dovere e rispetto nei confronti dei lettori del «Corriere» e delle persone coinvolte nelle vicende descritte. 1) L’iniziativa di mantenere il Museo Castromediano aperto durante i lavori di restauro architettonico e di progettazione espositiva è stata ampiamente annunciata da parte della Direzione del museo e dell’assessorato alla Cultura della Regione. È una modalità scelta per avvicinare i visitatori al work in progress del restauro, e per dare conto di come un’idea artistica e culturale diventa realtà. Non ho affatto espresso parere critico nei confronti della legittima scelta dei decisori, ma solo detto che occorreva un maggiore sforzo comunicativo. 2) L’università del Salento è coinvolta nella progettazione del nuovo Castromediano attraverso docenti e ricercatori chiamati a far parte del comitato scientifico, coordinato dalla collega archeologa Rita Auriemma. Il nostro Ateneo è perciò pienamente a disposizione di un’opera di innovazione museale – anche nella fruizione tecnologica – in cui il comitato scientifico prospetta per il museo un ruolo di soglia culturale del Salento. 3) Una metodologia innovativa territoriale che ho molto cercato di promuovere si chiama placetelling. Significa che ogni territorio (e ogni oggetto culturale) ha una storia da raccontare. Il Castromediano ha fatto la scelta di raccontare se stesso attraverso un restauro che ha recuperato lo straordinario lavoro dell’architetto Franco Minissi, autore di una struttura elicoidale che vale senz’altro la pena di essere conosciuta, a prescindere dagli oggetti esposti. Questo è ciò che penso: da parte mia non vi era alcuna volontà di attacco o di critica nei confronti della direzione del museo. Un problema di comunicazione c’è stato, ma questo non deve assolutamente far passare in secondo piano la qualità del progetto. rettore Unisalento
Pubblichiamo volentieri la lettera del rettore Pollice, cui rispondiamo nel merito e nel contesto. Nel merito le osservazioni sul titolo sono incomprensibili. Intanto la frase Museo fantasma a Lecce non compare tra virgolette, quindi il giornale non la attribuisce al rettore bensì è una sintesi giornalistica peraltro garbata. Potevamo chiamarlo fake museo, museo da record italiano delle figuracce, museo delle inaugurazioni farlocche. Siamo stati eleganti. Il resto della lettera è un dire tanto per dire poco. Il «Corriere» ha male interpretato le dichiarazioni rilasciate al nostro Antonio Della Rocca? Invitiamo Pollice a prendere un caffè con noi e a riascoltare la registrazione dell’intervista che il collega ha sbobinato e trascritto fedelmente.
Nel contesto, Pollice sembra quasi che abbia avvertito l’obbligo di scrivere la sua lettera al «Corriere» per riabilitare la propria posizione agli occhi di chi poteva sentirsi attaccato dalle sue dichiarazioni. Fa sinceramente sorridere, peraltro, il passaggio sul «problema di comunicazione» che sarebbe alla base – a dire di Pollice – della bufera scatenatasi sul Castromediano. Almeno in questa materia il rettore dovrebbe evitare di dare lezione visto che, subito dopo aver inviato la lettera a Della Rocca, ha informato alcuni dei principali esponenti politici e istituzionali della Regione Puglia premettendo testualmente: «Ecco quanto inviato al giornalista che mi ha intervistato». È comunicazione corretta questa? O solo un modo anche ingenuo per (re)ingraziarsi chi – l’assessore alla cultura Loredana Capone, il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, il direttore del polo biblio-museale Luigi De Luca – dalla vicenda del Castromediano ne sta uscendo con le ossa rotte? Voltaire scriveva che «per capire chi vi comanda basta scoprire chi non vi è permesso criticare». Il rettore forse non avrà comandanti. Ma qualcuno a cui girare le lettere di precisazione che dovrebbe inviare solo al «Corriere», certamente sì.
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