Roma. Rinasce il Flaminio, ok al progetto Maria Egizia Fiaschetti Corriere della Sera - Roma 29/8/2019
Lo stadio oggi è abbandonato. L’assessore Frongia: «Diverrà un centro per sport e cultura» di Giuseppe Pullara Fiaschetti
Dopo anni di totale abbandono, è quasi pronto il progetto di restyling dello Stadio Flaminio: dal 2017 lo sta curando il Campidoglio, in collaborazione con la facoltà di Architettura della Sapienza, il Credito sportivo e la Cassa depositi e prestiti. L’assessore comunale allo Sport, Daniele Frongia, annuncia: «Diventerà un centro per grandi eventi sportivi e culturali (ed esempio concerti), ma l’impianto, che ospiterà forse anche un museo dello sport, sarà anche a disposizione dei cittadini». Entro novembre sarà presentato il progetto definitivo di riqualificazione. E «i cantieri apriranno entro due anni», promette Frongia che prende posizione anche sul caso De Vito: «Ci sarà un confronto aperto».
L’annuncio dell’assessore capitolino: cantieri aperti entro il 2021
Potrebbe tornare alla sua doppia vocazione, sportiva e culturale, lo stadio Flaminio, chiuso dal 2011 e assediato dal degrado. Se l’amministrazione propende per l’impronta multidisciplinare, dalla palestra di scherma al recupero della piscina, non si esclude tuttavia che l’ex casa del rugby - dopo gli epici concerti di David Bowie, Bruce, Springsteen, Michael Jackson e Rolling Stones - possa conservare la funzione di intrattenimento (seppure in quota ridotta) in rete con i vicini Auditorium e Maxxi.
Daniele Frongia, assessore comunale allo Sport, a che punto è il piano di recupero del capolavoro di Pier Luigi Nervi, dopo gli interventi di bonifica e il vincolo posto dalla Soprintendenza per tutelare il bene architettonico?
«Entro novembre sarà completato il progetto di riqualificazione, per il quale abbiamo istituito un gruppo di lavoro con la facoltà di Ingegneria della Sapienza, che si occupa del piano di conservazione, Cassa depositi e prestiti e l’Istituto di credito sportivo: un progetto che farà da volano per la riqualificazione urbana del Villaggio Olimpico e dell’intero quadrante Flaminio».
Quando partiranno i lavori?
«Qualunque stima è prematura, non abbiamo ancora visto il progetto, ma contiamo di avviare i cantieri entro la fine della consiliatura».
Quanto costerà e come verranno finanziati i lavori?
«Si tratterà ovviamente di cifre importanti, ma il coinvolgimento del Credito sportivo, una banca pubblica dello sport e della cultura, sarà garanzia di solidità economica e di sostenibilità nel tempo».
Oltre a ospitare gare ed eventi sportivi, come immagina il futuro dello stadio Flaminio?
«Aperto a più discipline, molti ci chiedono che vi sia spazio per un museo dello sport. Nei nostri desiderata c’è anche la possibilità che i cittadini utilizzino alcune strutture, penso alla piscina, per la pratica sportiva».
La ripresa dell’attività amministrativa, le prime giunte informali dopo la pausa estiva si sono concentrate sulle periferie, mentre all’orizzonte si profila l’ipotesi che Marcello De Vito, se il Riesame dovesse decidere la revoca dei domiciliari, torni a presiedere l’Aula: qual è il clima nella maggioranza?
«Penso che, da qui a settembre, verrà fatta una valutazione. Sono convinto che, a prescindere da come evolverà la vicenda giudiziaria e dalla decisione dei probiviri, ci sarà sicuramente un incontro allargato allo stesso Marcello per discuterne».
Al di là del doppio iter, in tribunale e interno al Movimento, come valuta politicamente il rientro di De Vito?
«Immagino che al suo ritorno ci sarà un confronto aperto e schietto sul tema. Certo, se in linea con le osservazioni della Suprema Corte dovesse emergere che è stato ingiustamente privato della libertà per 107 giorni ne sarei molto colpito. Della vicenda sono, già da marzo, umanamente dispiaciuto».
Nonostante il patto tra la Lega e i Cinque stelle, Matteo Salvini ha più volte attaccato la giunta di Virginia Raggi, dalle buche ai rifiuti: se dovesse formarsi un nuovo governo con il Pd, pensa che la nuova alleanza sarà più sensibile ai problemi della nostra città?
«Mi auguro che, qualunque sarà il colore politico, si pensi a Roma come capitale del Paese. L’interlocuzione con il precedente governo è stata buona, anche se il mio è un ambito molto trasversale… Mi aspetto che nel nuovo esecutivo non prevalgano i giochi di potere, ma l’interesse dell’Italia che non può prescindere da Roma».
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