Firenze. In coda per l’arrivederci alla Specola Giulio Gori Corriere Fiorentino 1/9/2019
Una lunga fila di fiorentini che arriva fin dentro piazza Pitti. Un fiume di duemila persone, ieri, si è dato appuntamento in via Romana per l’arrivederci al museo della Specola. Che ha chiuso per un anno e mezzo, fino al 2021, per imponenti lavori di ristrutturazione. Ieri, l’ultimo giorno, c’è stata l’apertura straordinaria e gratuita per salutare la città. Ma i fiorentini arrivati in massa al museo di storia naturale (pochissimi gli stranieri) non hanno approfittato dell’opportunità perché non c’era da pagare il prezzo del biglietto, ma «per non restare troppo senza la Specola».
«Erano due anni che non tornavo — racconta Lorenzo —Se non fossi venuto oggi avrei rivisto il museo tra altri due»; «Io ci sono entrato l’ultima volta quando ero studente — racconta un babbo che ha portato con sé i figli — Ma volevo farlo vedere ai bambini, era un’occasione da non perdere».
Una piccola parte dei visitatori ha potuto ascoltare i curatori che per un giorno hanno fatto da Ciceroni tra le sale del museo. Per tutti gli altri, visto che i turni erano esauriti, niente tour guidato e niente sala delle cere. Ma le stanze degli animali imbalsamati, amatissime dai bambini, erano ad accesso libero. E tanta era la folla che in molti grondavano per il caldo.
«La Specola è la realtà più visitata del Sistema museale di Ateneo, anche per questo ci aspettavamo una grande risposta dai fiorentini — ha spiegato il direttore Marco Benvenuti — Ma un fiume di persone così grande, no, questa è stata una piacevole sorpresa». «La spiegazione che mi do — ha aggiunto — è che molti fiorentini, anche se non vengono spesso, sono affettivamente legati alla Specola. Specialmente per chi vive in Oltrarno, questo è il museo dove portare i bambini, è il museo a portata di mano: Pietro Leopoldo, quando lo creò nel 1775, non lo fece su misura per i dotti scienziati, ma volle che fosse per il popolo, facile da comprendere».
Il professor Benvenuti, nella corte della Specola, si è fermato a raccontare come sarà il museo nel 2021, tra il nuovo ingresso, la caffetteria, le ristrutturazioni e i nuovi impianti. E ha rivelato una delle novità che verranno regalate ai fiorentini: «Saranno esposte anche le cere botaniche».
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