PISA - Tornano in Santa Caterina preziosi dipinti del Seicento di Venchiarutti Sara Tirreno Pisa-Pontedera di venerdì 1 novembre 2019, pagina 7
Presto al via un'altra importante opera di recupero grazie al sostegno della Fondazione Pisa Tornano in Santa Caterina due preziosi dipinti del Seicento IL RESTAURO Ritornano sulle pareti della Chiesa di Santa Caterina il Miracolo di San Raimondo che resuscita un morto, ad opera di Cesare Varchesi, e la Predicazione di San Vincenzo Ferreri di Pietro Dandini, le due tele seicentesche appena restaurate dal laboratorio Lo Studiolo di Lucca grazie al finanziamento della Fondazione Pisa. Ieri mattina la ricollocazione delle due opere, restituite al loro originario splendore in seguito ad un restauro cominciato a fine maggio e conclusosi cinque mesi dopo, per un totale di circa 50.000 euro. Questo intervento si inserisce in un più ampio progetto di valorizzazione delle opere storico-artistiche custodite all'interno della chiesa. Un'opera collettiva a beneficio dell'intera comunità, dai cittadini fino ai turisti che, numerosi, si recano a visitare Santa Caterina. Dopo i grandi lavori di riqualificazione, che negli scorsi anni avevano interessato il tetto, gli intonaci e le vetrate, è infatti la volta dei singoli dipinti, tutti successivi al terribile incendio che il 31 ottobre del 1650 distrusse gran parte degli arredi della chiesa. «Quando possiamo, tutti gli anni accogliamo qualcosa di restaurato come segno di vita dopo quella notte disastrosa», ricorda il parroco e rettore del Seminario Arcivescovile, don Francesco Bachi. «Le nostre chiese sono delle grandi raccolte di opere d'arte. Quella di Santa Caterina si pone su questa linea, con la convinzione che l'arte e la bellezza possono ancora parlare al cuore delle persone. Per questo è una Chiesa con le porte spalancate, aperta e accessibile a chiunque». E sono tanti i tesori, poco conosciuti, nascosti in questo "scrigno". Oltre alle due tele recentemente restaurate, che raccontano le vicende dei domenicani SanVincenzo Ferreri e San Raimondo, c'è il Martirio di Santa Caterina di Orazio Lomi Gentileschi, unica immagine devozionale per la parrocchia, il cui restauro, a cura della Fondazione Pisa, terminò un anno fa. Risale invece allo scorso giugno la presentazione del restauro delle due statue trecentesche di Nino Pisano ad opera del Rotary club Pisa Pacinotti. Oggetto di intervento anche il complesso campanario, che può vantare ben due campane del Trecento, le più antiche della città. Ma il progetto di riqualificazione delle tele seicentesche non finisce qui. A gennaio la Fondazione Pisa sosterrà un altro importante progetto di restauro che coinvolgerà la Madonna del Rosario del Tempesti, e la Presentazione al Tempio di Gesù, dello Scaglia, pittore lucches e. Al termine dell'intervento, le tele saranno probabilmente esposte in chiesa e poi riportate nella Sala Leone del Seminario Arcivescovile, dove sono confluiti i quadri rimossi durante il restauro degli anni Venti del Novecento. Così, grazie al supporto di enti pubblici e privati, è l'intera città a poter godere delle bellezze pisane, che non si trovano soltanto all' "ombra" della torre. E la Chiesa di Santa Caterina, pur essendo un luogo di incontro per la comunità parrocchiale, fa parte del patrimonio culturale e artistico della città ed è fruibile grazie all'apertura quotidiana della struttura, anche se sono tanti i battenti delle chiese chiusi a causadella mancanza di fondi. — Sara Venchiarutti Una delle opere restaurate e ricollocate nella chiesa di S. Caterina
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