PISA - La Mattonaia potrà essere venduta oppure affittata di Venturini Carlo Tirreno Pisa-Pontedera di giovedì 7 novembre 2019, pagina 2
La Mattonaia potrà essere venduta oppure affittata anche a pezzi La giunta intraprende una nuova strada per togliere dall'abbandono il complesso edilizio in parte mai completato Il vicesindaco Bonsangue: il valore di mercato è sceso di 610mila euro
PISA. Dopo 24 annidi abbandono, ora è lecito almeno sperare. La Mattonaia, l'enorme struttura edilizia lasciata al degrado in pieno centro storico, verrà divisa in tre blocchi immobiliari con valori diversi per permettere una più facile ed appetibile vendita. Questa, se non altro, è la speranza. Ma c'è un'altra novità: la Mattonaia potrà essere anche affittata, sempre suddivisa in tre blocchi, per circa 140mila euro annui. E la piazza intema, con tanto di fontana, potrebbe a breve essere privatizzata, ma manca ancora il via libera della Sovrintendenza. Sono queste le importanti novità annunciate al Tirreno da Raffaella Bonsangue, vicesindaco con delega al patrimonio. All'idea di suddividere la Mattonaia in tre blocchi non aveva pensato alcuna giunta negli ultimi venti anni e il nuovo ed originale percorso intrapreso da questa amministrazione fa seguito ai fallimenti delle vendite in blocco, con due aste andate deserte per un valore immobiliare di circa 2,8 milioni di euro nel 2018. Oggi il valore è sceso di circa 610mi1a euro. «Abbiamo affidato ad una ditta esterna lo studio del valore economico dell'immobile ed abbiamo ricevuto delle stime giurate. La Mattonaia si snoda tra tre strade e non è di ugual pregio, visto che varia a seconda dello stato di avanzamento di lavori o del degrado», dice Bonsangue. Per quanto attiene la vendita, il valore della parte di Mattonaia che si affaccia su via Sant'Orsola è di 455mila euro circa. «È questa la parte che vale di meno perché i lavori non sono completati», spiega la vicesindaco. La parte più pregiata, quella di via degli Orafi, è stimata invece 981mila euro circa, mentre la porzione che si affaccia su via Vernagalli vale 753mi1a euro circa. Per quanto attiene invece la locazione, si parte dai 33mi1a euro di via Sant'Orsola per arrivare ai 56mi1a di via degli Orafi passando peri 52mila di via Vemagalli. Non appena sarà risolto il problema delle destinazione d'uso della piazza, il Comune procederà ad una procedura pubblica di offerte per vendita e/o affitto. «Ci siamo ritrovati un lascito pesantissimo e tenendo conto dei tempi della pubblica amministrazione siamo arrivati in breve tempo ad un progetto che vuole rendere fruttifero ciò che non lo è mai stato e che anzi costa di giorno in giorno sempre di più». Che la Mattonaia sia un macigno dai tempi della sua nascita è testimoniato dalla sua storia fatta di occupazioni, invasione di topi e piccioni che si spargono per tutte le stradine adiacenti, ricettacolo di tossici e spacciatori ed interventi di ristrutturazione senza che nessuno vi abbia mai abitato una sola ora. In molti non sanno che all'interno c'è una piazza (usata una volta come mercato e poi come parcheggio) con tanto di fontana. La piazza è pubblica, ma non lo sarà a lungo. «Chi comprerebbe un appartamento che si affaccia su una piazza pubblica senza sapere che uso ne sarà fatto?», dice Bonsangue. Ovviamente, tutto è demandato alla Sovrintendenza. Un altro nodo insoluto fino ad oggi è quello del rapporto con la Curia perché su quella piazza si affaccia il retro della chiesa di San Michele in Borgo. L'Arcidiocesi vanta delle pertinenze su quello spazio, non da ultimo anche l'accesso alla meravigliosa cripta affrescata. I contatti tra Comune ed arcivescovo ci sono stati in passato con l'allora assessore Andrea Serfogli e continuano anche ora con Bonsangue. La vicesindaco è consapevole dello stallo del mercato immobiliare: «Sì, ma siamo coerenti con l'operato di questa giunta e *** cioè che si deve rendere fruttifero quel bene per non gravare ulteriormente sulle tasche della collettività».
Intanto è in arrivo un software per catalogare e gestire gli oltre 4mila immobili e beni di pertinenza del Comune. Sembra impossibile ma è così, e cioè che una smart city come viene definita Pisa non abbia mai avuto una digitalizzazione intelligente dei dati del patrimonio immobiliare pubblico in dismissione o da riutilizzare come il patrimonio agricolo. «Ce ne siamo accorti quando ci siamo insediati - dice Raffaella Bonsangue - e vi stiamo ponendo rimedio anche perché il nostro patrimonio non è fatto solo da Mattonaia, Santa Croce in Fossabanda e Coccapani, ma abbiamo molti immobili e terreni da monitorare. Si tratta spesso di beni non accatastati bene o di difficile consultazione provenienti anche da altri Comuni o da enti in dismissione» |