NAPOLI - I beni culturali Palazzo d'Avalos inchiesta infinita 31 ottobre 2019 LA REPUBBLICA - NAPOLI
La Soprintendenza di Napoli ha avuto un ruolo, in anni passati o recenti, nei misteri del gravissimo deterioramento di Palazzo d'Avalos? È l'interrogativo su cui sta lavorando - da oltre un anno e mezzo - la Procura. L'edificio monumentale di Chiaia finisce ciclicamente sotto i riflettori: da anni offeso, danneggiato, in parte cadente, l'ultima denuncia con relativa indagine - riportata dai quotidiani - risale al 2004. C'è però un'altra certezza, ora filtrata: nell'inchiesta coordinata dall'aggiunto Vincenzo Piscitelli, e dal procuratore Gianni Melillo, sono stati acquisiti sette mesi fa vari documenti, in particolare dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli. E vi è una perizia che getterebbe ombre sulla vicenda. Non ci sono, al momento, indagati. I pm Roberto Simone, Ludovica Giugni e Sergio Raimondi procedono con due ipotesi: danneggiamento del patrimonio nazionale (articolo 733, codice penale), e modifica e deterioramento dei beni culturali (codice Urbani). Da anni al centro di uno scontro tra l'erede della nobile famiglia e la società dell'imprenditore Ferlaino, il Palazzo è stato abbandonato: non si escludono condotte più gravi in cambio di omissioni.
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