Venezia. Ecco il primo kit di aiuti: CAS, risarcimenti e sospensione mutui Cristina Petrachi Fasi, 21/11/2019
Dopo l’eccezionale ondata di alta marea della scorsa settimana che ha messo in ginocchio Venezia, sono stati definiti i risarcimenti destinati a cittadini e imprese. A disposizione ci saranno il Contributo di autonoma sistemazione, i rimborsi per i danni subiti e la sospensione delle rate dei mutui sugli immobili danneggiati.
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“Tornare velocemente alla normalità”. E’ questa la parola d’ordine dell’Ordinanza del Capo della Protezione civile pubblicata sulla Gazzetta del 21 novembre 2019, con cui vengono stabiliti gli step per il ripristino di infrastrutture e servizi, nonché i tempi e le modalità per erogare i primi risarcimenti a cittadini e imprese.
L’Ordinanza 616-2019 firmata da Borrelli, infatti, oltre alla nomina del Sindaco di Venezia come Commissario delegato per fronteggiare l’emergenza, stabilisce anche le prossime fasi per gli interventi a favore della Serenissima. Le risorse sono già state individuare e ammontano a 20 milioni di euro. I fondi, infatti, sono stati stabiliti con la Dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri (CdM) la scorsa settimana.
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Prende dunque forma quanto annunciato dal Premier Conte, all'indomani del disastro, sulla realizzazione di un Piano di indennizzi rivolto a cittadini e imprese, diviso in due momenti:
In un primo momento Roma, infatti, erogherà immediatamente i primi indirizzi sia ai privati (con risarcimenti fino a 5mila euro) sia alle attività produttive (sino a 20mila euro); Nella seconda fase, invece, gli sforzi saranno concentrati su chi, tra cittadini e imprese, ha subito danni più consistenti e che andranno quantificati con più calma, per essere poi liquidati dopo la realizzazione di un'istruttoria tecnica.
40 giorni per definire il Piano interventi e poi tempi certi per l’approvazione
E’ questo il tempo che il Sindaco di Venezia, neo Commissario delegato all’emergenza, avrà a disposizione per predisporre il Piano di interventi da sottoporre all’approvazione della Protezione Civile.
Con la possibilità di articolarlo anche in stralci, il Piano deciderà in merito a:
a) l'organizzazione e l'effettuazione degli interventi di soccorso e assistenza alla popolazione, oltre che gli interventi urgenti e necessari per la rimozione delle situazioni di pericolo; b) il ripristino, anche con procedure di somma urgenza, della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture.
Nel caso gli interventi richiedano l’approvazione anche da parte della Conferenza di servizi, l'Ordinanza stabilisce tempi serrati per arrivare all’ok sui progetti. La convocazione, infatti, dovrà avvenire entro sette giorni dalla disponibilità dei progetti e concludersi in due settimane.
Se poi gli interventi riguardassero beni culturali oppure opere per le quali è richiesta la VIA, i procedimenti dovranno comunque concludersi entro 30 giorni. Fino a 900 euro per il Contributo di autonoma sistemazione
Come negli altri eventi calamitosi che in questi anni hanno purtroppo flagellato l’Italia, anche per Venezia è stata predisposta l’erogazione del Contributo di autonoma sistemazione (CAS) alle famiglie che non possono fare ritorno alla propria abitazione.
L’entità del Contributo - che è alternativo rispetto alla fornitura diretta di alloggi da parte dell'Amministrazione - varia a seconda della numerosità del nucleo familiare. In particolare:
Per i nuclei monofamiliari, l’assegno mensile si attesta sui 400 euro; Per le famiglie di due persone, l’importo è pari a 500 euro; Per i nuclei familiari con tre componenti, l’assegno sale a 700 euro; Per quelli di quattro persone arriva a 800 euro; Mentre le famiglie con cinque o più componenti, avranno diritto ad un assegno mensile pari a 900 euro.
Nel caso, poi, in famiglia siano presenti over 65, oppure persone con un’invalidità non inferiore al 67%, è concesso un contributo aggiuntivo mensile di 200 euro per ognuna di queste persone.
Gli assegni saranno concessi dalla data indicata nel provvedimento di sgombero o evaquazione dell'immobile e fino al giorno del rientro in casa oppure fino a quando non si sia trovata un’altra sistemazione stabile.
In ogni caso i CAS non potranno essere erogati oltre alla scadenza dello stato di emergenza.
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Spetta sempre al Commissario delegato la prima stima delle risorse necessarie per risarcire cittadini e imprese che hanno subito danni.
La quantificazione dei soldi necessari ai primi risarcimenti sarà realizzata tenendo conto dei seguenti massimali:
a) per attivare le prime misure economiche di immediato sostegno alle famiglie che hanno subito danni alla propria casa, il limite massimo previsto è di 5.000 euro; b) per l'immediata ripresa delle attività sociali di culto, economiche e produttive il limite massimo di contributo assegnabile ad una singola attività è, invece, pari a 20mila euro.
Nel caso di polizze assicurative, i contributi pubblici saranno riconosciuti solo nella parte eventualmente non coperta da polizze stesse. Le banche devono sospendere i mutui sugli immobili danneggiati
L’ulteriore intervento a sostegno di imprese e privati che hanno subito danni dall’alluvione della scorsa settimana, consiste nella possibilità di richiedere alla propria banca la sospensione del pagamento delle rate del mutuo sugli edifici danneggiati.
La sospensione potrà essere richiesta - a fronte di autocertificazione del danno subito - fino al ripristino dell’agibilità/abitabilità dell'immobile e comunque fino alla durata dello stato di emergenza (ad oggi di 12 mesi).
Se però la banca, entro 30 giorni, non rende nota ai mutuatari l’esistenza di questa opportunità, le rate sono sospese automaticamente fino al 14 novembre 2020, senza oneri aggiuntivi per il mutuatario.
Le scelta se sospendere l’intera rata o solo la quota capitale spetta a chi ha subito il danno.
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Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza per il Comune di Venezia e il conseguente stanziamento di 20 milioni di euro con cui realizzare i primi interventi di soccorso, è arrivato anche allo sblocco di ulteriori risorse destinate alla Serenissima da parte del MIT.
Si tratta dei 65 milioni di euro contenuti nella Legge speciale su Venezia - rifinanziata dalla scorsa Legge di Bilancio - sbloccati nei giorni scorsi dalla Ministra Paola De Micheli e destinati alla salvaguardia e alla conservazione della laguna di Venezia.
Grazie ai fondi saranno realizzati interventi di manutenzione, riqualificazione e conservazione della laguna più famosa del mondo e che, la scorsa settimana, ha mostrato tutta la sua fragilità davanti all’ondata eccezionale di maltempo che si è abbattuta sulla penisola italiana.
Dal MIT fanno sapere che il decreto per la ripartizione delle risorse tra i nove comuni lagunari è già stato adottato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (CdM). I fondi, infatti, saranno suddivisi tra Chioggia, Mira, Jesolo, Cavallino-Treporti, Musile di Piave, Campagna Lupia, Codevigo e Quarto Altino, oltre a Venezia, cui andranno 46 milioni.
Una volta disponibili nelle casse comunali, le amministrazioni locali potranno varare lavori per:
la protezione delle sponde; la riqualificazione delle banchine; la realizzazione di opere di dragaggio; la realizzazione di interventi per la viabilità; il recupero di immobili.
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Sulla Gazzetta Ufficiale (GURI) del 18 novembre 2019 è stata pubblicata la Delibera del Consiglio dei Ministri contenente la Dichiarazione dello stato di emergenza per il Comune di Venezia, interessato la scorsa settimana dalla violenta ondata di alta marea che ha messo in ginocchio la città, come non si vedeva dall'alluvione del 1966.
Nelle more della valutazione dei danni causati dagli eccezionali livelli di acqua alta, infatti, con la Delibera pubblicata sulla GURI, il Governo ha stanziato i primi 20 milioni di euro per intervenire nel territorio della Serenissima.
Grazie alle risorse del Fondo per le emergenze nazionali, adesso si potrà far fronte all’organizzazione e all’effettuazione degli interventi di soccorso e assistenza alla popolazione, ripristinando la funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche e le attività di gestione dei rifiuti e del materiale alluvionale.
Le prossime fasi prevedono l’allocazione di ulteriori risorse per cittadini, imprese e monumenti. Estendere l’Art bonus anche alle chiese
Mentre non si ferma la conta dei danni, Dario Franceschini, Ministro dei beni culturali, ha dichiarato di aver presentato in Parlamento un emendamento per estendere l’Art bonus anche al recupero del patrimonio culturale ecclesiastico.
“Sono tante le chiese che hanno avuto danni e sono state invase dall'acqua”, ha affermato Franceschini, e sulle quali il MIBACT auspica di poter intervenire grazie a quel particolare incentivo fiscale (l’Art bonus appunto) nato per favorire le donazioni da parte dei privati per il recupero del patrimonio culturale.
Ad oggi, infatti, la misura prevede un credito di imposta, pari al 65% dell’importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del solo patrimonio culturale pubblico italiano.
Con l’emendamento presentato in Parlamento invece, e sul quale il titolare del MIBACT auspica un sostegno unanime da parte di tutte le forze politiche, Franceschini intende estendere l'incentivo anche agli interventi volti al recupero delle numerose chiese di Venezia andate sott’acqua la scorsa settimana.
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In attesa che i primi fondi del Piano Indennizzi arrivano a cittadini e aziende, il Governo ha intanto convocato per il 26 novembre 2019 la riunione del Comitatone interministeriale per la salvaguardia di Venezia.
Al centro della riunione sarà la governance dei problemi strutturali della città connessi alla manutenzione straordinaria delle barriere e degli impianti idraulici. Il sostegno dall’Europa
Intanto Bruxelles, via via che le immagini di Venezia sommersa facevano il giro del mondo, ha annunciato che “l'Unione europea è pronta ad aiutare" il governo italiano nel rispondere all'emergenza attraverso l'attivazione del meccanismo di protezione civile europeo. A riportare la dichiarazione di un portavoce della Commissione UE è stata l’Ansa.
Sul tavolo c’è, poi, il Fondo europeo di solidarietà, creato nel 2002 a seguito delle gravi inondazioni che colpirono l'Europa centrale durante quella estate e che, da allora, è stato utilizzato per 80 eventi catastrofici tra alluvioni, terremoti, incendi boschivi, tempeste e siccità.
Per ora dal Governo italiano non è ancora arrivata nessuna richiesta ufficiale per l'attivazione del Fondo, ma le regole del meccanismo europeo concedono allo Stato colpito da una catastrofe naturale, dodici settimane di tempo per fare richiesta di accesso al Fondo. Si tratta, infatti, di un lasso di tempo necessario per completare la stima dei danni totale provocati dal disastro naturale e del loro impatto sulla popolazione, sull'economia e sull'ambiente.
> Consulta la Delibera del Consiglio dei Ministri sulla Dichiarazione dello stato di emergenza del 14 novembre 2019 - GURI n. 270 del 18 novembre 2019
https://www.fasi.biz/it/notizie/strategie/21290-venezia-ecco-il-primo-kit-di-aiuti-cas-risarcimenti-e-sospensione-mutui.html#
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