Torri, musei e nuovi mecenati. L’oro di Milano è la cultura Francesco Pedilarco - Giangiacomo Schiavi Corriere della Sera - Milano 17/12/2019
Caro Schiavi,
su cultura e nuovi quartieri aggiungo un esempio alla riflessione di Severino Salvemini dopo il rapporto «Symbola» (Corriere di mercoledì scorso, 11 dicembre): Citylife. È un concentrato di capolavori verticali disegnato e realizzato da tre giganti (Isozaki, Hadid e Libeskind), i grattacieli sono una meraviglia popolata da aziende di rango internazionale come Generali, Alliaz e Pwc. Bene. Ma non basta.
Se frequentare Brera, il Poldi Pezzoli le Gallerie d’Italia la Triennale è facile, perché hanno un’ offerta culturale di primissimo ordine, a Citylife diventa difficile. Ci vai due o tre volte, e poi? Al suo futuro aveva pensato l’architetto Libeskind, progettando il Museo di Arte Contemporanea, dandogli un cuore e un’anima. Un progetto cancellato rinunciando a una collezione potente di arte contemporanea: niente dibattiti culturali, niente incontri con artisti, confronti sui nuovi linguaggi e le nuove tendenze di cui spesso si appropiano giustamente i giovani.
Milano è bellissima e deve andare oltre (per esempio con una biblioteca multimediale, altra storia), per competere deve innovarsi sempre, acchiappare le idee sul nascere, ricercare le novità e la qualità, avventurarsi su territori inesplorati offrire curiosità, dare stimoli per un turismo culturale intelligente e coinvolgente (vedi Bilbao). Bisogna arrivare ad afferrare il grappolo d’uva che la volpe lasciò sul ramo, nondum matura est: qui è è matura invece. Il Museo di Arte Contemporanea è lì basta prenderlo. Mi viene un dubbio: Milano ha bisogno del dono di un mecenate? Francesco Pedilarco
Caro Pedilarco,
la cultura è da sempre l’oro di Milano: lo è stata nel Dopoguerra con il sindaco Greppi, il Piccolo e la Scala; lo è stata negli anni del boom con l’arte e il design; lo è stata nei periodi bui attraverso i circoli e i teatri; lo è oggi, con una rete unica di eventi che l’hanno fatta diventare la città della Cultura 2020 nel mondo, come ha annunciato l’assessore Del Corno. Non va male dunque, ma nel destino di Milano (oltre ad essere mai cuntent) c’è quello di essere sfidata a puntare al meglio. Quel museo di Libeskind ci manca: ne abbiamo tanti e diffusi, ma l’idea era buona (veniva dallo stesso sindaco dell’Expo, Letizia Moratti). Quanto a nuovi mecenati, magari. Li ha invitati anche il sindaco Sala. Per ora ci sono quelli che vorrebbero abbattere San Siro. E non per farci un museo... Giangiacomo Schiavi |