Torino. Il Museo Egizio si rinnova (verso il 2024) Stefano Bucci Corriere della Sera 20/12/2019
All’orizzonte, nel 2024, si profila già il bicentenario del più grande (e antico) museo egizio al mondo, secondo soltanto a quello del Cairo (40 mila reperti, 848.923 visitatori nel 2018), un museo fondato ufficialmente (appunto) nel 1824. Nell’attesa delle celebrazioni l’Egizio di Torino ha scelto di giocare le carte di un rinnovamento radicale. Perché, come ha spiegato ieri il direttore Christian Greco (nella foto), «questo è un luogo vivo, in continuo divenire, che muta e si evolve in virtù dei risultati della ricerca e del suo essere parte attiva della comunità. Cambiare e adeguare sé stessi è una naturale vocazione per un’istituzione come la nostra». A meno di cinque anni dall’aprile del 2015, la nuova pianificazione (presentata ieri) coinvolge le superfici all’interno dell’ex Collegio dei Nobili di Torino, in particolare le sale storiche al piano ipogeo dove i visitatori iniziano il percorso e che ora offre un itinerario alla scoperta dell’antico Egitto e delle origini del Museo. Una narrazione in chiave interattiva, con un completo rinnovamento che ha ri-articolato l’area in cinque inediti ambienti. Un «cammino storico» modellato attorno agli studi condotti all’interno del Museo Egizio dal curatore Beppe Moiso e dall’archivista Tommaso Montonati. Grazie a un inedito percorso «biografico» che ruota intorno alla fedele ricostruzione di un ambiente museale dell’Ottocento, l’Egizio svela definitivamente il suo passato. «Dopo quasi 200 anni di storia il nostro Museo si dimostra un’istituzione dinamica e in continuo fermento — ha spiegato la presidente Evelina Christillin —. Il riallestimento delle sale è un’occasione preziosa per riscoprire e approfondire tutta la nostra storia». |