Trento. Precari del Muse, Bisesti al lavoro. «Entro 9 mesi norma risolutiva» Annalia Dongilli Corriere del Trentino 28/12/2019
Sono 90 i lavoratori in crisi. L’assessore: il bando scade, vedremo se farne uno nuovo
TRENTO. Non sarà immediata ma entro la fine dell’anno che si sta per aprire la Provincia varerà una soluzione per i circa 90 collaboratori del Muse che nei mesi scorsi, attraverso i sindacati, hanno protestato per le cattive condizioni in cui devono lavorare. Ad annunciarlo è l’assessore alla cultura Mirko Bisesti, che rispondendo a un’interrogazione di Alessio Manica, consigliere provinciale del Pd, afferma di «star valutando i possibili interventi normativi da proporre, compatibilmente con le risorse finanziarie, nel 2020».
Nel mirino dei sindacati era finito il bando che aveva esternalizzato una serie di servizi, dal ticket office alle attività educative alle guide, e con cui erano state selezionate una novantina di persone. Orari impossibili, flessibilità eccessiva, scarso riconoscimento delle mansioni svolte e part time imposti erano le problematiche denunciate dai lavoratori, molti dei quali in autunno avevano minacciato di stracciare il contratto. La Provincia, assicura Bisesti, si è presa a cuore la faccenda.
«Ovviamente — spiega l’assessore — non si tratta di dipendenti degli enti strumentali che abbiamo stabilito, dallo scorso gennaio, di trasferire alla Provincia. Sono servizi esternalizzati per i quali sono state chiamate a lavorare più di 80 persone tramite un bando. Il bando scade dopo la metà del 2020 e stiamo vagliando le varie soluzioni da adottare in seguito a questa data». L’esponente dell’esecutivo non vuole rivelare la ricetta che verrà adottata, «anche perché sono temi molto delicati e finché non vi è certezza non voglio dire nulla. Di certo ce ne stiamo occupando e ho avuto due riunioni con gli uffici proprio su questo tema anche la scorsa settimana».
Manica nella sua interrogazione citava la lettera di una collaboratrice costretta a licenziarsi dopo 13 anni nonostante la passione profonda per il proprio lavoro fosse intatta, a causa dell’impossibilità di conciliare il lavoro con la vita privata e famigliare e per la scarsa considerazione in cui il suo impegno era tenuto. Una posizione che strideva, secondo il consigliere dell’opposizione, con i numeri di successo e le proposte virtuose del museo, fiore all’occhiello del panorama culturale trentino. L’assessore, nella risposta a Manica, garantisce comunque che non ci sono contatti con l’Agenzia del Lavoro. Ora si tratta di capire quale sarà la strada normativa che Piazza Dante intenderà percorrere. Le possibilità? «Proseguire con il percorso in atto introducendo delle modifiche, cambiare il bando o farne uno nuovo con altre caratteristiche» risponde Bisesti.
Ma il numero di posti di lavoro, quindi gli 80-90 in ballo, sarà mantenuto? «È nostra intenzione — continua l’assessore — operare in difesa dei lavoratori. Come questo si traduca concretamente è presto per dirlo». Bisesti si spiega: «Se per garantire un orario dignitoso a 80 persone devo sacrificare due posizioni può essere una pista da seguire». Insomma, l’attenzione è alta ma per avere la soluzione definitiva bisognerà attendere ancora alcuni mesi. |