Bella Italia non è in vendita, la stiamo valorizzando per tutti Giuliano Urbani Il Sole 24 ore, 31/10/2002
Risposta a Cesare Romiti
ROMA • Con una lettere aperta al capo del Governo, Silvio Berlusconi, pubblicata sul Sole-24 Ore del 27 ottobre, il presidente Rcs Cesare Romiti ha lanciato l'allarme sulla legge 112 del 2002 e sulla Finanziaria 2001 che aprono ai privati proprietà e gestione di beni artistici e paesaggistici. Gli risponde oggi Giuliano Urbani, ministro dei Beni culturali. .
di Giuliano Urbani
Caro Romiti, posso risponderLe qualcosa anch'io, se non altro ratio materiae? Guardi che è stato proprio male informato! Nessuno di noi pensa di vendere il tesoro degli italiani " al miglior offerente". Ciò che stiamo facendo va infatti nella direzione esattamente contraria: rafforzare la tutela sul nostro patrimonio artistico, al fine di conservarlo e di offrirlo al godimento di tutti. Molti gli strumenti realmente innovativi con i quali operiamo: più investimenti, più sanzioni per tutti i tipi di reati contro il patrimonio, potenziamento dell'amministrazione, diffusione delle conoscenze storico-artistiche, effettivo coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati ecc... E i nostri principali nemici sono rappresentati proprio da quei rischi di degrado e incuria, che — noto con vivo disappunto — continuiamo irresponsabilmente a sottovalutare.
Guardi che Lei è stato veramente male informato, stando almeno alle Sue stesse citazioni. Mi riferisco alle due questioni-chiave. Quella delle dismissioni; ma di quale pretesa "rimozione" di garanzie giuridiche stiamo parlando, se ogni ipotesi di alienazione resta, oggi come ieri, rigorosamente disciplinata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 283 del 7 settembre 2000? . Seconda questione: la pretesa esautorazione dei Sovrintendenti, rispetto ai futuri gestori. Anche qui, ma come può venire in mente una cosa del genere, stante il fatto che è la stessa Costituzione a prevedere la sovraordinazione della funzione di tutela, inserendola fra i propri principi fondamentali (articolo 9)? Un'aggiunta sulla questione. Guardi che si tratta di una con-cessione e non vi è invece nessuna previsione di... cessione, come Lei paventa: la differenza è quindi abissale. . Un solo accenno alla storia dei bar nei Musei: anche in questo caso non ci siamo. Perché questi sono stati introdotti da una legge del 1992 (la cosiddetta legge Ronchey) e non certo dal nostro Governo! . A proposito del Vittoriano-Altare della Patria, devo smentire che vi funzioni alcun ristorante. È stata invece aperta una caffetteria, situata nella terrazza dell'Ara Coeli, che opera nei periodi di apertura del museo, proprio sotto la diretta sorveglianza di un illustre e sensibilissimo Sovrintendente, come Lei stesso auspica. Solo che c'è già! Un'ultima "incomprensione": è vero; che il Consiglio di Stato ha mosso obiezioni sul nostro regolamento delle gestioni in concessione. Ma sono obiezioni che riguardano la questione della titolarità della regolamentazione (Stato o Regione?); non certo la legittimità delle concessioni. Insemina, è proprio tutta un'altra storia … .
In ogni caso, grazie per i rilievi critici. Aiutano a capire e, quindi, a sbagliare di meno. Per il futuro, comunque, serviranno soprattutto buone azioni. Come resta certamente quella di Palazzo Grassi. Coraggio, e qua la mano. . GIULIANO URBANI .
P.S. Spiace, invece, l'accenno vagamente (e spero involontariamente) sobillante nei confronti di Sovrintendenti e Direttori museali. Ma, anche in questo caso, non deve affatto sorprendersi: la loro "compostezza di reazioni" è dovuta'al semplice fatto che si tratta di persone che ben conoscono i troppi buchi del "colabrodo" 'e sono quindi — per la gran parte — direttamente interessati al nostro tentativo di riparare in fretta almeno i buchi più grossi. |