Torino. Museo della Resistenza, piano di rilancio in due fasi Paolo Morelli Corriere della Sera - Torino 15/1/2020
Da decidere allestimenti e iniziative. L’omaggio alla memoria con altre sei pietre d’inciampo
Il Museo della Resistenza ha una prospettiva. Ieri, nel giorno in cui Torino ha accolto la posa di sei nuove pietre d’inciampo, che ora sono 114 sistemate sui marciapiedi della città, l’ente (promotore dell’iniziativa con Comunità Ebraica, Aned e Goethe Institut) ha deliberato il proprio piano di rilancio con un’assemblea dei soci.
Sarà in due fasi: la prima, da qui al 2021, consisterà in una riflessione sul suo posizionamento anche rispetto allo scenario politico (si concluderà con un evento pubblico); la seconda provvederà a riallestimento e rilancio vero e proprio per arrivare all’integrazione con il Polo del ‘900. Si recupera, quindi, l’intento iniziale, inizialmente bocciato dalla due diligence della scorsa estate, che tuttavia indicò alcuni aspetti su cui lavorare: la didattica, il rapporto con le scuole e gli eventi diffusi come le pietre d’inciampo. «C’è la disponibilità di Comune e Regione – spiega Roberto Mastroianni, presidente del museo – nel trovare fondi per il rilancio (il Comune ha già aumentato i propri contributi di 12mila euro l’anno, ndr), e vedo la volontà politica generale di andare avanti».
Tutti d’accordo, insomma. «La prospettiva — aggiunge Mastroianni — è che l’Università di Torino, i centri di ricerca e altri partner internazionali lavorino con il museo, grazie a convenzioni e protocolli d’intesa, perché qui si fa soprattutto ricerca».
E arriverà un direttore in distacco dal Comune, come in passato con Guido Vaglio, con compiti amministrativi o scientifici (sarà da stabilire).
Chiuso il bilancio 2019 con un leggero attivo, si guarda alle criticità interne, come le questioni di organico da affrontare nei prossimi mesi, e agli spazi. «La vita media di un allestimento multimediale — sottolinea Mastroianni — è di 5 anni, questo non viene toccato da quasi 15 ed è un elemento di obsolescenza tecnologica non imputabile ai soci istituzionali. Alcuni elementi non sono stati gestiti in modo adeguato, ora si procederà a un ordinato percorso di ripensamento». Infine un invito.
«Apprezziamo — conclude il presidente — che il Ministro Franceschini intenda creare un museo nazionale della Resistenza a Milano, per questo lo inviterò ufficialmente a venire qui. Il museo di Torino, in relazione al Polo del ‘900, ha una massa critica culturale e sociale che è un unicum a livello nazionale». |