Torino. Per salvare il Valentino si parte dall’orto botanico Giulia Ricci Corriere della Sera - Torino 22/1/2020
Un patto cittadino per rilanciare l’orto botanico del Valentino. È l’appello che arriva dalla direttrice Cristina Siniscalco e dalla coordinatrice alla Cultura della Circoscrizione Otto, Paola Parmentola: «I torinesi ci aiutino a finanziare la nuova cancellata». Ora, infatti, a delimitare l’orto è solo una lamiera da cantiere, brutta da vedere e che svaluta lo spazio dandogli un’area dimessa. Una raccolta fondi aiuterà a costruire la cancellata.
Un patto cittadino per rilanciare l’Orto Botanico del Valentino. È l’appello che arriva dalla direttrice Cristina Siniscalco e dalla coordinatrice alla Cultura della Circoscrizione Otto, Paola Parmentola: «I torinesi ci aiutino a finanziare la nuova cancellata».
Venerdì la Consulta per la valorizzazione dei beni artistici della Soprintendenza farà un sopralluogo nel gioiello voluto — nel 1729 da Vittorio Amedeo II di Savoia — per decidere se cofinanziare una parte dei lavori utili alla realizzazione di una nuova recinzione. Ora, infatti, a delimitare l’Orto è solo una lamiera da cantiere, brutta da vedere e che svaluta lo spazio dandogli un’area dimessa, nascondendo le centinaia di specie contenute al suo interno, divise tra il boschetto, l’alpineto, il giardino con i suoi alberi monumentali e le serre tropicali, delle succulente e delle piante del Sud Africa. «Il progetto, firmato dallo studio di architetti Isola e associati, è già nelle mani della Soprintendenza: ora servono i fondi», spiega Siniscalco. Totale, circa 400 mila euro, una cifra che è aumentata anche per la necessità di ricostruire una parte del muretto che regge la cancellata. Una parte potrebbe essere finanziata dalla Consulta stessa, e sul progetto è anche già arrivato l’interesse della Compagnia di San Paolo. «Ci piacerebbe — continua la direttrice — ci fosse un concorso di diversi enti per il finanziamento. Si potrebbe iniziare anche facendo la prima metà, quella più visibile, che parte da viale Mattioli e arriva all’arco, e poi in un secondo momento la cancellata lungo il Po, ora coperta da molti arbusti».
Ma, oltre alle fondazioni, l’idea è lanciare l’appello a tutta la Città: «La Circoscrizione, si sa, non ha molte risorse — spiega Parmentola — ma allora perché non chiedere aiuto a tutto il quartiere e tutti coloro che amano il Valentino? Ecco perché ci attiveremo presto con iniziative e il lancio di un crowdfunding per riuscire ad avere i fondi per un gioiello che vive all’interno del parco».
L’Orto fa 20 mila visitatori l’anno, ma una nuova cancellata sarebbe un biglietto da visita per i turisti e i torinesi che non lo conoscono: «Mentre i locali chiudono — conclude Siniscalco — sarebbe un motivo di rilancio per il Valentino. Noi siamo sempre lì, tutti i giorni dal lunedì alla domenica, come presidio del parco. La partecipazione di vari enti, ma anche dei cittadini torinesi, sarebbe un bel gesto, sull’esempio di ciò che già stanno facendo altri Orti in giro per l’Italia: anche piccole cifre sarebbero un segnale di quanto la gente lo senta come suo, come bene di tutta la comunità».
Una boccata d’ossigeno per il parco più importante e simbolico di Torino, ma con i più grandi problemi. |