Biennale. Baratta, si lavora per un posto in cda in quota Franceschini S.D’A. Corriere del Veneto 30/1/2020
Il ministro Dario Franceschini non si era limitato a ringraziarlo. Nel nominare il suo successore, il veneziano Roberto Cicutto, alla guida della Biennale, il titolare dei Beni Culturali si era spinto un po’ più in là, augurandosi che Paolo Baratta, «con la sua autorevolezza, continuerà a impegnarsi per La Biennale». Circola dunque a buon diritto la voce che Baratta possa entrare nel consiglio d’amministrazione della fondazione veneziana quale rappresentante del ministro stesso. Un’alchimia difficile, ma non impossibile. Difficile perché, si dice, quel posto toccherebbe ai Cinque Stelle, che però sono usciti talmente malconci dalle Regionali da non aver più grandi margini per recriminare. Difficile perché, forse, suona un po’ irrituale che un presidente esca dalla porta di Ca’ Giustinian per rientrare dalla finestra di via del Collegio Romano. E infine difficile per gli equilibri tra presidente attuale - Cicutto - ed ex - Baratta: perché se è vero che tra i due i rapporti sono ottimi, tanto che Cicutto si è spinto a chiamarlo il giorno della nomina per chiedergli di «non abbandonarlo», è anche vero che Baratta è una figura talmente iconica della Biennale da correre il rischio di diventare ingombrante.
Nel frattempo l’iter della nomina procede un po’ a rilento. Nella Commissione Cultura del Senato, infatti, per tutta la prossima settimana non c’è spazio per la calendarizzazione della discussione sulla proposta del ministro. Il parere è consultivo, ma con il dibattito politico così acceso, meglio fare presto.
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