Torino. L’Università vuole la Cavallerizza Paolo Coccorese Corriere della Sera - Torino 29/1/2020
«L’Ateneo si propone a garanzia di una regia pubblica del rilancio della Cavallerizza. Dove potremmo allestire spazi per l’offerta formativa, per le attività di public engagement e per i servizi agli studenti. Intendiamo avere un ruolo di primo piano nella costituzione di un nuovo distretto culturale, che potrà offrire molte opportunità di sviluppo al mondo culturale, scientifico e artistico di Torino». È il rettore Stefano Geuna, con l’annuncio della manifestazione di interesse per il bene Unesco da parte dell’ateneo, ad avviare l’effetto domino che rimescola ancora una volta le carte sul futuro di Cavallerizza Reale. Con il benestare del Comune, della Compagnia di San Paolo e di Cassa depositi e prestiti.
«L’ateneo si propone a garanzia di una regia pubblica del rilancio della Cavallerizza. Dove potremmo allestire spazi per l’offerta formativa, per le attività di public engagement e per i servizi agli studenti. Intendiamo avere un ruolo di primo piano nella costituzione di un nuovo distretto culturale, che potrà offrire molte opportunità di sviluppo al mondo culturale, scientifico e artistico di Torino». È il rettore Stefano Geuna, con l’annuncio della manifestazione di interesse per il bene Unesco da parte dell’ateneo, ad avviare l’effetto domino che rimescola ancora una volta le carte sul futuro della Cavallerizza Reale. Con il benestare del Comune, della Compagnia di San Paolo e della Cassa Depositi e Prestiti, si lavora da settimane per costruire un’alleanza di enti e istituzioni pronte a fare la propria parte per riportare in vita l’ex complesso sabaudo. Un progetto che vedrà protagonisti anche il Conservatorio e l’Accademia Albertina.
La mossa dell’Università non ha preso in contropiede Palazzo Civico. «Accogliamo con soddisfazione la decisione dell’Università. Anche perché si tratta di un ente pubblico in linea con l’indirizzo della delibera della giunta con cui ha preso atto del Pur, il Pino Unitario di Riqualificazione». Gongola Antonino Iaria, l’assessore all’Urbanistica. Dopo giorni trascorsi a fare il parafulmine dell’amministrazione su un tema che divide la stessa maggioranza del M5S in Comune, annuncia con soddisfazione la discesa in campo dell’ateneo perché rafforza la volontà di rilanciare il patrimonio dell’Unesco senza quella «svendita ai privati» denunciata dagli occupanti.
«Alla Cavallerizza abbiamo l’aula magna che sarà ristrutturata — spiega Geuna —. Inoltre, il Rettorato costituisce di fatto già un corpo unico con l’area data la prossimità fisica al complesso. In via Verdi abbiamo il “cuore” della nostra attività di governo, amministrativa, didattica e scientifica. Auspichiamo che l’operazione possa avviarsi nel più breve tempo possibile, aprendo un confronto con tutte le parti coinvolte». In particolare, la Compagnia di San Paolo. Che guarda con attenzione alla Cavallerizza, dove vorrebbe trasferire gli uffici di corso Vittorio Emanuele e allestire un polo di servizi con la Fondazione Paideia. E la Cassa Depositi e Prestiti, proprietaria di una parte del complesso, che è in attesa di scoprire cosa farà il Comune. Palazzo Civico è proprietario del Maneggio Alfieriano e si è detto interessato alla Manica delle Guardie. A dicembre ha incassato la promessa di Dario Franceschini, il ministro della Cultura, di stanziare 5 milioni per ristrutturare anche i giardini.
Ancora da scrivere il destino delle altre parti della Cavallerizza di proprietà della società di cartolarizzazione (Cct). Il Pur, grazie al lavoro del professore Agostino Magnaghi, accetta una grande possibilità di destinazioni d’uso. L’annuncio dell’Università potrebbe convincere l’Edisu a ritornare nella partita per lavorare alla costruzione di una residenza o di un’aula studio. Ma la mossa dell’ateneo è destinata ad avviare un effetto domino con altri protagonisti.
Se per il momento il teatro Stabile sembra rimanere alla finestra (in attesa delle decisioni di Regione e Comune), domani annunceranno la loro discesa in campo il Conservatorio e l’Accademia Albertina.
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