«Turisti da tutto il mondo e noi qui senza mascherine». «Turisti da tutto il mondo e noi qui senza mascherine» Claudio Rinaldi Corriere della Sera - Roma 3/2/2020
«Da qui passano centinaia di persone, nessuno si è preoccupato di noi. Avremmo voluto per esempio che qualcuno ci fornisse le mascherine per il viso». Claudio da quarant’anni lavora all’interno di Castel Sant’Angelo. È un dipendente del ministero dei Beni culturali ed è alle prese con una fila chilometrica. Per la prima domenica del mese l’accesso ai musei e ai siti archeologici è gratuito e dunque, anche per questo, lui e i suoi colleghi avrebbero voluto ricevere un supporto precauzionale per il coronavirus, che però non è arrivato. «Stando a contatto con tanta gente, avremmo voluto le mascherine. Abbiamo anche pensato di comprarcele da soli, ma è inutile perché - chiarisce - senza un’ordinanza del ministero non potremmo comunque indossarle». L’idea di Claudio coincide con quella dell’Associazione nazionale archeologi che ha diramato una nota per esprimere preoccupazione per la salute dei professionisti che lavorano all’interno dei monumenti e dei musei. «Non è accettabile che i lavoratori non siano dotati di mascherine», è la presa di posizione del presidente dell’associazione, Alessandro Garrisi.
Nei giorni scorsi una mail con una serie di informazioni utili alla prevenzione è stata inviata ai dipendenti, ma secondo Garrisi non è affatto sufficiente: «È offensivo per la dignità e la salute dei lavoratori che si diano loro solo indicazioni generiche come “lavarsi le mani frequentemente” e “evitare di avvicinarsi a meno di un metro da altre persone” - afferma il presidente degli archeologi -. Consigli impossibili da seguire».
Nessuna indicazione invece è arrivata ai lavoratori di una società esterna che ha l’appalto della biglietteria del museo di Palazzo Venezia. «A noi non hanno detto nulla. Certo, non siamo collegati direttamente al ministero, ma avremmo preferito essere considerati. Le uniche informazioni sul virus le abbiamo dai giornali e dalla televisione», commenta un signore mentre consegna ai turisti i biglietti gratuiti all’ingresso della mostra.
Non tutti però concordano con l’associazione degli archeologi. «Lavoro al Colosseo, sono a contatto con tante persone, ma non mi sento per questo più esposto rispetto a tutti gli altri cittadini», è il commento del coordinatore della fila. «Il rischio c’è, è inutile nasconderlo. Ma come c’è in metropolitana o in qualsiasi altro luogo affollato. E poi le mascherine? Siamo sicuri - conclude - che servano a qualcosa?». |