Torino. Cavallerizza, l’asta parte da 10 milioni Paolo Coccorese Corriere della Sera - Torino 5/2/2020
Il Comune ha un mese di tempo per decidere il futuro della Cavallerizza. Per l’inizio di febbraio, la sindaca Appendino è chiamata a esprimere un giudizio sulla manifestazione di interesse trasmessa lunedì da Cdp Investimenti Sgr. È la società del gruppo Cassa depositi e prestiti che gestisce il fondo immobiliare per la valorizzazione (Fiv). Quello, per intenderci, che ha già in portafoglio una metà dell’isolato di via Verdi e ha firmato l’atto formale con cui una cordata — nella quale svetta la Compagnia di San Paolo — ha mosso il primo passo verso il rilancio del complesso tutelato dall’Unesco. Un’operazione che coinvolgerà anche gli edifici cartolarizzati dalla Città per cui si annuncia una vendita milionaria. Le quotazioni sono ancora da decidere, ma la trattativa potrebbe prevedere dei valori più bassi da quelli preventivati in passato.
Nell’ufficializzare la manifestazione di interesse, Cdp annuncia: «Tutti i soggetti coinvolti stanno elaborando una proposta condivisa di riuso della Cavallerizza Reale da sottoporre all’approvazione dei rispettivi organi deliberanti. Proposta propedeutica alla formulazione, da parte di uno o più dei soggetti pubblici e privati coinvolti, di un’offerta di acquisto del cosiddetto “Lotto 1” di proprietà Cct (la società di cartolarizzazione del Comune, ndr) Manica del Mosca, dalle Pagliere e dai piani superiori dei fabbricati della Corte delle Guardie».
Ricevuto il masterplan da Cdp e (quasi) assodato il suo parere positivo, il Comune dovrà comunicare come intende imbastire la vendita. Per legge, l’Amministrazione è obbligata a una procedura di evidenza pubblica con può prevedere anche una trattativa privata. Insomma, il Comune è chiamato a fissare un prezzo di vendita dei tre edifici di via Verdi (esclusa la Zecca) presenti portafoglio di Cct. Compresa la Manica del Mosca dove la Compagnia di San Paolo ha intenzione di spostare la sua sede.
Per questo motivo, il rilancio della Cavallerizza dipenderà dalla nuova quotazione del «lotto 1». Il punto di partenza ideale è il prezzo del 2009: 11.474.000 euro, a cui bisogna stornare un milione che il Comune ha speso per riacquistare il Maneggio Alfieriano. Un «valore minimo di alienazione» che rischia di essere fuori mercato. Negli anni è andata deserta per ben tre volte l’asta per vendere il complesso della Cavallerizza. Una sorpresa? Non per il Politecnico che quasi dieci anni fa aveva stilato una perizia (firmata dal professore Riccardo Ruscelli) che abbassa il valore del complesso dell’Unesco a 9.752.900 euro. «Si è applicato un coefficiente di deprezzamento, pari al 15 per cento, che tiene conto sinteticamente sia di uno specifico “rischio urbanistico”, sia di un “effetto scala”», si legge nel documento che, però, è stato cestinato dall’allora sindaco Chiamparino intenzionato a vendere la proprietà del Comune allo stesso prezzo con cui l’aveva acquistata dal Demanio.
Oggi la Compagnia di San Paolo ha preventivato di spendere — come si legge in un report interno — 10.100.000 euro per acquistare la Manica del Mosca, le Pagliere e la Corte delle Guardie. Una stima (poco) più bassa di quella preventivata. Difficile che arrivino offerte concorrenti. Ma non si può tirare troppo sul prezzo. Altrimenti si rischia di alimentare le polemiche del M5S contrario al trasferimento del quartier generale della Compagnia in Cavallerizza. |