Uffizi, più 30 per cento (e ricavi raddoppiati) con la riforma Franceschini Edoardo Semmola Corriere Fiorentino 4/2/2020
L’obiettivo che gli Uffizi si propongono per il 2020 è — parola del direttore Eike Schmidt — quello di «entrare nella Top 10 mondiale dei musei» più visitati al mondo. «Ci stiamo avvicinando» ha detto Schmidt. Ce la faranno? I dati di crescita sono incoraggianti: 4,39 milioni di visitatori nel 2019, un aumento del 6,1% rispetto al 2018 quando si erano «fermati» a 4,1. Il competitor più vicino, verso cui Schmidt punta, è il Museo di Storia Naturale di New York — decimo in classifica — che viaggia appena sopra i 5 milioni di persone l’anno.
Il dato fa ancora più impressione si osserva l’evoluzione in un quinquennio: più 33,2% rispetto al 2014, l’anno della riforma Franceschini, quando i visitatori di Uffizi, Palazzo Pitti e Giardino di Boboli erano 3,29 milioni. Solo gli Uffizi sono aumentati del 5,9% rispetto all’anno prima, Pitti è a +6,9% e Boboli a +6,2%, dati scorporati che «dimostrano uno spostamento dei flussi verso l’Oltrarno» che Schmidt ha voluto e programmato, tra mostre, iniziative e politiche di diversificazione dei prezzi dei tagliandi e «anche il lavoro di destagionalizzazione sta dando ottimi frutti».
I ricavi delle Gallerie nel 2019 sono arrivati a 35,16 milioni, +3,2% rispetto al 2018 e +118,6% rispetto a cinque anni fa. La vendita dei biglietti, dice lo studio promosso dallo stesso museo, è aumentata dl 4% per un totale di 30 milioni di euro, mentre è letteralmente esploso l’abbonamento Passepartout annuale (+254%) va forte anche il Passepartout 3 Days (+42%). Anche la diversificazione dei prezzi per fascia oraria si dimostra una scelta azzeccata visto che a Palazzo Pitti i visitatori sono aumentati del 30% in alta stagione e del 75% in quella bassa mentre le agevolazioni per i pomeriggi invernali addirittura del 154%.
Una crescita che ha portato gli Uffizi a creare «108 nuovi posti di lavoro» attraverso la società in-house del Ministero, Ales, di cui 14 solo nell’ultimo anno. E che ha permesso di operare 230 interventi di restauro, 164 opere architettoniche e 25 gli acquisti do opere d’arte a fronte di 160 donate. Tra le 23 mostre inaugurate nel 2019 le più apprezzate dal pubblico sono state Tutti i colori dell’Italia ebraica , Omaggio a Cosimo I. Cento lanzi per il Principe e la personale di scultura di Tony Cragg al Giardino di Boboli.
Anche la visibilità su web e social è aumentata: più 62,4% su www.uffizi.it fino ad arrivare a 12,5 milioni, più 74,8% di follower su Instagram e più 22% e su Twitter.
Nell’appoggiare la richiesta della Grecia, l’indomani di Brexit, di vedersi restituiti i marmi del Partenone dalla Gran Bretagna, Eike Schmidt ha poi aggiunto che «se quella del Coronavirus non diventerà una pandemia, non si sentiranno ripercussioni perché al calo dei turisti cinesi si registra un aumento di altre nazionalità: la domanda è sempre più alta dell’offerta» visto che agli Uffizi arrivano persone da oltre 100 paesi. Per questo sono stati studiati anche i flussi di gennaio 2020: «Una crescita del 18% di biglietti nonostante tutto». |