La «Guido d’Arezzo». Il sindaco Ghinelli:la Fondazione va,ora gestisca i musei Maurizio Bernardini Corriere Fiorentino 13/2/2020
Arezzo. No, non è solo la Città dell’oro. Oggi Arezzo si riscopre anche essere altro ed è convinta delle sue possibilità nella corsa a capitale della Cultura italiana 2021. È a tinte chiare il bilancio sociale della Fondazione Guido d’Arezzo presentato ieri dal sindaco Alessandro Ghinelli, che presiede l’istituto che dal 2018 ha assunto le competenze dell’ufficio Cultura del Comune. «Strumento imprescindibile» per Ghinelli. E pare funzionare: non è un caso che Arezzo sia l’unica città toscana, oltre a Firenze, a vedere crescere il numero di pernottamenti in chiave turistica. Ventuno gli eventi realizzati dalla Guido d’Arezzo nel 2019, spalmati in 77 giornate. Oltre 54 mila persone coinvolte, 67 le ditte fornitrici (ben 60 le aretine). Appuntamenti clou il Lapidarium con le monumentali sculture del maestro Gustavo Aceves; «La regola di Piero», mostra omaggio di Mimmo Paladino a Piero della Francesca. «Numeri realizzati in una reale logica di destagionalizzazione», spiega dal direttore dell’istituto, Roberto Barbetti. Sì, perché si parla soprattutto del periodo estivo, in cui la città è deserta o quasi. Ora che il progetto ha dimostrato tutte le sue potenzialità Ghinelli tirerà dritto, pronto a farne il proprio cavallo di battaglia nella competizione delle Comunali del prossimo maggio. Intanto dal Mibac potrebbero giungere interessanti novità: la convenzione della concessionaria Munus per la gestione di Casa Vasari è scaduta. E Ghinelli è intenzionato a proporre la Fondazione come gestore del sistema museale aretino.
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