Napoli. Plebiscito, il cantiere diventa maxi. Nuova bufera sulle griglie della Linea 6 Walter Medolla Corriere del Mezzogiorno - Campania 11/2/2020
Le reti arrivano oltre l’ingresso della Prefettura. Caniparoli: il marciapiede sta collassando
Napoli. Il cantiere dei lavori di piazza del Plebiscito si amplia per permettere la realizzazione delle griglie di areazione previste dal progetto per la realizzazione della metropolitana Linea 6. Il nuovo perimetro disegnato con le reti da cantiere arriva oltre l’ingresso della Prefettura e resterà così per almeno tre mesi per consentire il proseguimento dei lavori.
«Procede tutto come previsto — spiega l’assessore comunale all’Urbanistica Carmine Piscopo —, il cantiere è stato allargato per consentire la realizzazione della griglia secondo le modalità approvate dal Mibac. Tra maggio e giugno il cantiere sarà nuovamente ridimensionato e rientrerà verso la parte del colonnato dove è stato fino a pochi giorni fa». Nei mesi passati è stato molto acceso il dibattito tra una parte della società civile, il Comune di Napoli e l’allora ministro Bonisoli sulla opportunità o meno di realizzare i lavori delle griglie di areazione nella piazza simbolo di Napoli, questione poi risolta dal Tribunale amministrativo regionale. Nel febbraio del 2019, infatti, il Tar della Campania aveva accolto il ricorso del Comune di Napoli contro lo stop alle griglie al Plebiscito previste dai lavori per la Linea 6 della metro.
I giudici avevano emesso la sentenza che accoglieva le ragioni dell’amministrazione comunale dando così il via libera al proseguimento dei lavori la cui interruzione avrebbe potuto mettere a rischio risorse europee, pari a 98 milioni, per il completamento della tratta. Oggi l’allargamento del cantiere riapre la questione e rinfocola la discussione sulla decisione di proseguire con dei lavori che secondo alcuni, può mettere in pericolo la staticità di alcuni edifici della zona. «Proseguire con i lavori — spiega Riccardo Caniparoli geologo e membro dell’associazione Italia Viva — è una scelta a dir poco avventata. Sono un profondo studioso e conoscitore del sottosuolo napoletano e le dico che già le conseguenze di quello che potrebbe accadere sono visibili alla fine di via Cesario Console (a pochi passi da piazza del Plebiscito, ndr ) dove parte del marciapiede sta collassando. Si stanno andando a rompere gli equilibri delle falde e delle pressioni che sono presenti al di sotto della piazza, bisogna fermarsi con quei lavori, altrimenti si rischia grosso».
Critiche arrivano anche da associazioni e comitati di cittadini. «I lavori della Linea 6 al Plebiscito — spiega Antonio Pariante del Comitato Portosalvo — sono passati dalla botola al cantiere, è a rischio l’equilibrio del sottosuolo in una parte della città molto delicata. Siamo preoccupati più di prima per la statica dell’area monumentale e vigileremo, come fatto fino a ora, su questa situazione che ci preoccupa non poco. Tra l’altro si sta operando su una zona che accoglie solitamente concerti e manifestazioni e se si allarga il cantiere sarà meglio inibire eventi di grossa portata al Plebiscito. L’ipogeo della piazza è molto fragile».
Una preoccupazione che a San Giacomo non esiste, visti gli studi e i rilievi fatti da tecnici ed esperti. «C’è stato un ampio dibattito nei mesi scorsi — sottolinea Enrico Panini — ma è intervenuta anche la direzione ministeriale e i lavori si svolgono anche sotto l’alta sorveglianza dellaSsoprintendenza. E’ chiaro che sono stati considerati tutti gli elementi che riguardano gli aspetti tecnici e con il parere favorevole della sovrintendenza».
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