Franceschini in campo: faremo il museo di Totò Walter Medolla Corriere del Mezzogiorno - Campania 19/2/2020
C’è una svolta sulla vicenda del museo di Totò al rione Sanità. A interessarsi del caso è stato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che durante la sua visita a Pompei per l’inaugurazione della Casa degli Amanti si è soffermato sulla vicenda sollevata nei giorni scorsi dal Corriere del Mezzogiorno , con un’articolata campagna di stampa. «Ho sentito la signora Elena de Curtis e ho parlato con il sindaco di Napoli Luigi de Magistris — ha detto Dario Franceschini — non credo ci siano problemi insormontabili per la realizzazione del museo». Il ministero farà la sua parte.
Napoli. C’è una svolta sulla vicenda del museo di Totò al rione Sanità. A interessarsi del caso è stato direttamente il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che durante la sua visita a Pompei si è soffermato sulla vicenda sollevata nei giorni scorsi dal Corriere del Mezzogiorno , con un’articolata campagna di stampa.
«Ho sentito la signora Elena de Curtis e ho parlato con il sindaco di Napoli Luigi de Magistris — ha detto Dario Franceschini — non credo ci siano problemi insormontabili per la realizzazione del museo, quindi bisogna in qualche modo risolvere la questione». Tanto che lunedì prossimo incontrerà a Roma la nipote di Totò. Sarà Salvo Nastasi ad approntare le soluzioni per la realizzazione del museo. Insomma, una vera e propria svolta che potrebbe dare l’impulso necessario per sbloccare una vicenda che si trascina da ormai troppo tempo. Qualche anni fa sembrava esserci andati molto vicini, tanto che il museo di Palazzo dello Spagnuolo entrò anche tra i “Luoghi del cuore” promossi dal Fondo ambientale italiano. Più di 43.000 voti raccolti nel censimento promosso dal Fai. Era il 2012 quando il museo di Totò fu eletto tra i posti più significativi d’Italia; una valanga di preferenze che valsero — a quello che sarebbe dovuto diventare un luogo del ricordo in memoria del Principe della risata — il quarto posto in tutta Italia.
Un risultato straordinario che avrebbe ammesso il museo di Totò anche un finanziamento di 30.000 euro, soldi che avrebbero potuto essere usati per allestire le sale, pensate per accogliere i cimeli legati alla vita artistica e privata del principe. Tutto però finì in una bolla di sapone, perché il Fai che avrebbe voluto partecipare alla nascita e al rilancio di quel luogo non seppe mai a chi devolvere quella cifra, andata poi spalmata su altri progetti. «Resta un grandissimo rammarico — spiega Misa de Divitiis, presidente del Fai Campania — credevamo molto in quel progetto e speravamo si potesse concretizzare. Siamo rimasti molto delusi anche e soprattutto perché ci fu un impegno massimo da parte nostra e la casa-museo di Totò raggiunse più 40 mila preferenze un risultato veramente eccezionale». La raccolta firme per la promozione dei “Luoghi del cuore” avviene in maniera spontanea da parte di comitati e singoli cittadini che in maniera preventiva raccolgono adesioni per proporlo poi al Fondo ambientale italiano. La candidatura del museo di Totò partì in maniera molto spontanea dagli abitanti della Sanità e da un gruppo di intellettuali e rappresentanti del mondo culturale napoletano. Fu una richiesta che arrivò veramente dal basso — prosegue — e questo ci fece veramente molto piacere. Ma in maniera del tutto incredibile, dopo le votazioni non riusciremo mai a trovare un vero interlocutore con cui ragionare sul progetto del museo. Proponemmo all’allora associazione Antonio de Curtis di favorire la nascita di una Fondazione insieme con Comune e Regione per rendere operativo il progetto coofinanziato grazie al nostro contributo. Perché è bene ricordare che il fondo erogato dal Fai è un co-finanziamento a un progetto che deve essere realizzabile. Dopo due anni però con grandissimo dispiacere abbiamo dovuto revocare la somma che avevamo stanziato per spalmarla su altri progetti. In quasi 10 anni abbiamo accompagnato oltre 100 “Luoghi del cuore” e, ripeto, con sommo dispiacere non siamo riusciti a concretizzare il museo di Totò. Facemmo una serie di riunioni nell’androne del Palazzo dello Spagnuolo, incontrammo dirigenti di Regione e Comune ma è rimasto sempre tutto così, appeso a un filo».
Ora la svolta che arriva direttamente dal ministero: potrebbe finalmente mettere la parola fine all’intera vicenda, realizzando veramente il museo in memoria di Totò.
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