Torino. La Gam sta cadendo a pezzi ma maltrattano le Fondazioni Gabriele Ferraris Corriere della Sera - Torino 23/2/2020
I «calci nel sedere» proposti dal consigliere Carretto (M5S)
La notizia è recente: la Gam sta andando a pezzi, le infiltrazioni d’acqua — di cui si sapeva da anni — hanno gravemente danneggiato le controsoffittature, la sala conferenze è inagibile dal 2018, l’edificio nel suo insieme non ce la fa più: costruito male, ristrutturato peggio e con tempi biblici — vent’anni di chiusura dall’83 al ‘93 — ha di nuovo bisogno di lavori imponenti: il costo preventivato è di 8 milioni di euro (diconsi ottomilioni). La Fondazione Musei non li ha, ovviamente. E ovviamente non li ha neppure il Comune. Ponza che ti riponza, le brillanti menti che ci amministrano hanno partorito una soluzione tanto semplice quanto geniale: i soldi li chiedono alla Compagnia di San Paolo.
Come al solito.
Le fondazioni bancarie sono l’àncora di salvezza, il refugium peccatorum, la panacea dei nostri abili politici. Il Regio è in rosso? Ci pensano le fondazioni. Il Comune taglia i fondi a un’istituzione culturale? Suppliscono le fondazioni. Le casse pubbliche non ce la fanno a sostenere cultura e welfare? Pronti, le fondazioni sono lì per quello.
La sola Compagnia di San Paolo ha destinato a interventi a Torino e in Piemonte oltre 150 milioni di euro solo nel 2018. E la Fondazione Crt non è da meno.
Chissà, direte voi, quanto saranno riconoscenti i nostri politici a ‘ste fondazioni bancarie sempre pronte a cavargli le castagne dal fuoco e a mettere una pezza alle loro immense e infinite minchiate.
Cito testualmente un articolo apparso sul Corriere di Torino di qualche giorno fa: «Per Compagnia di San Paolo ci andrebbe un bel calcio nel sedere». Il consigliere del M5S Damiano Carretto non usa mezzi termini. E dice quello che pensa a microfoni accesi, durante una commissione a Palazzo Civico. Argomento: la rinascita della Cavallerizza Reale, e la manifestazione di interesse della fondazione bancaria che vorrebbe costruire la propria nuova sede nella Manica della Mosca, con un investimento di oltre 24 milioni. A puntare il dito è stata anche la capogruppo Valentina Sganga, contraria all’idea di vedere gli uffici di Compagnia in via Verdi, ma disposta comunque a lavorarci insieme per la riqualificazione».
Ah, meno male che la capogruppo Sganga è «disposta a lavorarci insieme». Si degna. Io con la capogruppo Sganga non lavorerei insieme neppure alla costruzione di un castello di sabbia, ma mi pare comunque apprezzabile la sua volontà di lavorare.
Quanto al simpatico calciatore Carretto, non mi stupisce il suo malanimo verso la Compagnia di San Paolo, rea di troppa benevolenza per il Comune. Carretto, non dimentichiamolo, fu tra i più fieri avversari della candidatura di Torino ai Giochi del 2026; ben più di quanto non avesse avversato quelli del 2006, allorché collaborò attivamente — e non gratis — con il Comune di Bardonecchia (cito dal cv del consigliere) «relativamente alle pratiche inerenti lo svolgimento dei Giochi Olimpici Torino 2006.
La consulenza è il naturale prosieguo di quella affidata in data 17 novembre 2003 con oggetto l’affiancamento del sindaco e dell’Ufficio tecnico per la gestione ed il coordinamento delle fasi critiche delle lavorazioni previste nella realizzazione delle opere».
Non mi sorprendono quindi i «calci nel sedere» auspicati per la Compagnia di San Paolo. Mia nonna mi insegnava a «non sputare nel piatto dove si è gozzovigliato», ma mia nonna era una donna dell’Ottocento. Oggi siamo moderni.
Ora: per il poco che so del presidente della Compagnia di San Paolo non me lo immagino, Profumo, a rendere pan per focaccia. Ma se per caso e miracolo io fossi Profumo, allora vedremmo — oh giorno di gloria! — un Profumo che, alla richiesta di Chiarabella di cacciare otto milioni di euro per la Gam, le risponde di farseli dare dal suo consigliere Carretto; offrendo semmai a Carretto otto milioni della sua stessa moneta.
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