Torino. Scoprite l’arte a cielo aperto Alessandro Martini - Maurizio Francesconi Corriere della Sera - Torino 29/2/2020
Un itinerario tra statue e installazioni in strade e piazze
Non ci facciamo più caso, ma con i musei chiusi diventano un’occasione di nuova conoscenza
In una città in cui i turisti sono costretti a osservare sconsolati i portoni chiusi di tutti i musei, per fortuna c’è molto da vedere anche all’aperto.
A Torino l’arte riempie strade, piazze e parchi, e non da oggi. Fin dall’Ottocento l’ex capitale d’Italia è anche un fulcro di arte pubblica, celebrativa e non solo. Negli ultimi anni, poi, si sono moltiplicati i progetti di arte urbana con opere posizionate in luoghi anche inaspettati.
Vale dunque la pena, per i turisti in questione (ma anche per molti cittadini), andare a fare una bella passeggiata en plein air, certi oltretutto di sfuggire ai virus acquattati nei bus, pronti a colpire quando uno meno se lo aspetta.
Alla scoperta di aspetti nuovi e inattesi della città, potrebbero spaziare dal centro cittadino per arrivare fin nelle periferie, luogo prediletto (da anni) per progetti di arredo e riqualificazione urbana.
Il piercing di piazza Corpus Domini, il cui vero nome è «Baci Rubati» (1996), è ormai un grande classico. Lo si deve all’ironia di Corrado Levi in collaborazione con gli architetti di Cliostraat. All’inizio guardato con poca convinzione dai torinesi, è ora uno degli orgogli della città, ormai amato anche da quelle signore della buona borghesia che seguono la messa nella chiesa proprio lì davanti e che di piercing sanno ben poco.
Sempre in centro, nel cuore esclusivo di Borgo Nuovo, ci si può spingere fino all’aiuola Balbo dove, tra gli alberi, sta assiso un ospite a sorpresa: il Mahatma Gandhi. La statua fu donata dal Governo indiano alla nostra città e lì è ancora oggi, rassicurante e pacifica.
Proprio davanti alla Gam-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea fa bella mostra di sé «In Limine», opera di Giuseppe Penone , uno dei più grandi artisti viventi (basti pensare che un suo «albero» si trova al centro del nuovo e grandioso Louvre di Abu Dhabi). L’opera (un enorme tronco sradicato) gli fu commissionata nel 2011 dalla Fondazione De Fornaris, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Non è una semplice scultura, è poesia pura.
Per gli appassionati di arte urbana, è imperdibile il Mau-Museo d’Arte Urbana, il primo museo diffuso d’arte contemporanea all’aperto in una grande città. Si trova nel Borgo Vecchio Campidoglio ed è anche grazie a questo progetto (170 opere realizzate sui muri delle case e nelle piazze) che il quartiere ha riguadagnato fascino agli occhi dei turisti e dei torinesi.
Mario Merz è invece l’autore della «Fontana Igloo» (2002) posizionata sulla Spina 2. Si tratta di un igloo (come da marchio di fabbrica del maestro dell’Arte Povera) con una struttura ricoperta da lastre di pietra e luci al neon che indicano i punti cardinali.
Poco distante, in largo Orbassano, è «Opera per Torino» (2004-05) del danese Per Kirkeby, anch’essa parte del progetto «13 artisti per il Passante Ferroviario», avviato nel 1998 e tuttora uno dei più ambiziosi interventi di arte pubblica a livello italiano.
Nella vicina piazza d’Armi è «Punti di vista» di Tony Cragg proprio in faccia al Pala Alpitour. L’artista britannico è uno dei grandi nomi della scultura contemporanea, da anni nella scuderia della galleria Tucci Russo, con sedi a Torino e Torre Pellice.
Più a nord, in Barriera di Milano, la star assoluta è Millo. Brindisino, classe 1979, è lo street artist autore dei 13 murales posizionati sulle facciate di molti palazzi del quartiere grazie al progetto B.Art-Arte in Barriera. Allegri e complessi, è impossibile non rimanerne affascinati.
Per chi vuole unire «sacro e profano», il murale di Mr Wany, all’angolo tra via Maria Ausiliatrice e via Cigna, ritrae Don Bosco nelle fasi principali della sua vita. E rimanendo in argomento sacralità si può terminare questa giornata facendo una passeggiata serale fino alla Gran Madre, clamorosa replica del Pantheon di inizio Ottocento, fotografatissima e star assoluta su Instagram. È con il buio, infatti, che si illumina di mille sfumature, grazie all’intervento di Richi Ferrero.
Di fronte, sulle arcate del ponte, è la scritta al neon «Doppio passaggio (Torino)» del grande Joseph Kosuth. Anch’essa da ammirare in notturna.
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