Pistoia. Marini, 2 mila opere nel museo chiuso. Tomasi: Nardella dica no al trasloco Matteo Lignelli Corriere Fiorentino 3/3/2020
Pistoia, il sindaco: pronti a pagare il personale per riaprilo, tratteremo con la Fondazione
PISTOIA. Solo la pioggia evita un silenzio assordante e doloroso. Il portone del museo Marino Marini è sprangato e al suo interno non c’è nessuno. Il polo più importante per la cultura pistoiese — che punta gran parte dell’offerta sul Novecento — e quello che caratterizza la città nel mondo ha chiuso i battenti domenica, che è giorno di visite, ma un sit-in di un centinaio di persone (tra cittadini e politici) e un raccolta firme arrivata a 4mila adesioni lo ha salvato dalla solitudine dopo oltre trent’anni di storia.
Al suo interno resta un patrimonio dal valore inestimabile. Chiuse al buio ci sono 2 mila opere, tra cui 350 pezzi di grafica che vengono stimati centinaia di migliaia di euro, che sono tra le più ricercate. Ogni cavallo — il simbolo dello scultore — di dimensione media (80 cm), ad esempio, vale almeno un milione. Nemmeno le dipendenti della Fondazione, le due (di quattro) non ancora licenziate, possono entrare e accedere agli uffici perché delle chiavi e dei codici dell’allarme era in possesso solo la cooperativa che sabato ha interrotto il servizio visto che non veniva pagata da novembre dalla fondazione. Incastrate sotto la porta del palazzo del Tau, che è di proprietà del Comune e in gestione alla Fondazione Marini, c’erano due lettere per Paolo Pedrazzini, il suo presidente, e un avviso di mancata consegna di una raccomandata che chissà quando sarà ritirata visto che il museo non riaprirà a breve. «Comune e Fondazione Caript sono d’accordo per mettere risorse e pagare il personale necessario — spiega il sindaco Alessandro Tomasi — ma deve essere d’accordo anche la Fondazione Marini. Aspettiamo il cda di domani per trattare. Ci sono zone alle quali potremmo avere accesso ma l’unico atto che regola la concessione del palazzo del Tau alla Fondazione è una delibera di giunta del ’98 e non è per niente chiara. Inoltre, alcune di queste, come l’atrio, ospitano opere di loro proprietà di cui non ci possiamo assumere la responsabilità».
La Fondazione Marino Marini progetta di spostare le opere e l’attività a Firenze unendole con quelle della Fondazione Marini San Pancrazio a Firenze. Tomasi chiede che il sindaco di Firenze, Dario Nardella e l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi, si esprimano pubblicamente sulla questione. «È ora che parlino chiaro — tuona il sindaco pistoiese — perché se come ha detto Schmidt, la volontà dell’Amministrazione è decentrare i poli di attrazione, la Fondazione San Pancrazio sta agendo contro la direzione politica della città e Nardella deve farglielo notare». |