Taranto. Poco personale, MArTa in crisi. La direttrice: «Così chiudiamo» Francesco Mazzotta Corriere del Mezzogiorno - Puglia 5/3/2020
Degl’Innocenti lancia l’allarme: «Siamo sotto organico del 50 per cento»
«La situazione è drammatica. Siamo a corto di personale, rischiamo di chiudere». La direttrice del MArTa, Eva Degl’Innocenti, lancia l’allarme scrutando Franco Punzi, presidente della Fondazione Paolo Grassi e del Festival della Valle d’Itria, che le siede accanto, ma a debita distanza di sicurezza anti-contagio, come prevedono gli ultimi dispositivi. Insieme hanno convocato la stampa al Museo di Taranto per annunciare il rinnovo della collaborazione tra le istituzioni. Forse sarebbe bastato un comunicato, vista l’emergenza sanitaria. Nella sala conferenze, i giornalisti devono tenersi prudentemente a distanza tra di loro e dai due relatori. Il Covid19 è in agguato. Ed è pronto a dare un’ulteriore mazzata al settore cultura, già fragile di suo. Eppure, Degl’Innocenti, a tempo quasi scaduto, cioè quando le telecamere stanno per spegnersi e i taccuini sono già stati richiusi, lancia un altro tipo di allarme. Non è il virus a mettere paura. «Al MArTa siamo sotto organico del cinquanta per cento, se continua così - dice - rischiamo il blocco della struttura». E aggiunge: «Se non ci siamo ancora fermati bisogna dire grazie ai pochi che si sacrificano per garantire il servizio». Sarebbe davvero un paradosso che il MArTa mettesse il lucchetto all’ingresso di via Cavour per «carenza di personale», proprio mentre da più parti si sostiene la necessità di riaprire quei musei (tra i simboli dell’Italia amata dagli stranieri) che erano stati chiusi a causa dell’epidemia.
La strambata verso il malumore di fine conferenza arriva dopo una serie di dichiarazioni ottimistiche proprio della direttrice del MArTa. «Martina Franca è ambasciatrice positiva di questo territorio», aveva detto Degl’Innocenti, introducendo i contenuti della collaborazione tra le due realtà, che si rinnova nell’ottica di una maggiore valorizzazione del sistema culturale: il MArTa organizzerà e promuoverà delle visite guidate a tema musicale per chi avrà acquistato un biglietto per il Festival della Valle d’Itria, con percorsi iconografici e dentro i riti dionisiaci della collezione di reperti di epoca magno greca. A loro volta i visitatori del Museo Archeologico potranno assistere agli spettacoli in programma nella cittadina barocca durante la prossima estate con una riduzione sul biglietto. MArTa e Martina a braccetto, dunque, nonostante gli attuali scenari non proprio rassicuranti. Un sodalizio tra prime donne, nato nel 2017, l’anno dell’Orlando Furioso di Vivaldi a Palazzo Ducale e della mostra a tema Amore e Marte curata dal MArTa nella sede della Fondazione Paolo Grassi. Un legame che si traduce, anche quest’anno, non solo in una «reciproca scontistica» sugli ingressi incrociati di melomani e appassionati d’arte, ma in una maggiore integrazione della proposta culturale.
«Le sinergie sono preziose soprattutto quando valorizzano arte e cultura», sottolinea Punzi, anche lui «ottimista nonostante le notizie negative» dovute all’emergenza Coronavirus. Il Festival della Valle d’Itria, al via il 14 luglio con un’opera del pugliese Saverio Mercadante intitolata La rappresaglia , è arrivato a quota quarantasei edizioni. «Non siamo diventati vecchi, solo più adulti», scherza l’intramontabile presidente del festival, che nel 1980 venne sollecitato a prendere le redini della manifestazione dal milanese di Martina Paolo Grassi. Punzi si augura che il protocollo tra le due istituzioni serva maggiormente a «stimolare l’attenzione dei giovani», che per lui sono da sempre una vera ossessione. L’obiettivo è di creare un circuito virtuoso, che al contempo possa da un lato portare i viaggiatori della musica a scoprire i tesori del MArTa e dall’altro stimolare l’interesse al mondo dell’opera dei visitatori del più importante museo sulla storia della Magna Grecia. Si pensa positivo. Anche se sul MArTa al momento ristagnano nubi oscure.
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