Firenze, Santo Spirito. «Più che una cancellata una corona» Antonio Passanese Corriere Fiorentino 6/3/2020
Santo Spirito, lo scultore senese Lippi si offre di realizzare la barriera anti degrado
Una « corona di gloria» più che una cancellata. La immagina così, Massimo Lippi, la sua «opera d’arte» per il sagrato di Santo Spirito a Firenze, dopo che il priore, padre Pagano ha rilanciato l’idea di chiudere il sagrato per proteggerlo dal degrado e dalla mala movida. L’artista senese si candida per ideare e realizzare, insieme ad alcuni artigiani toscani del ferro battuto, il progetto della cancellata di Santo Spirito. Primi contatti con padre Pagano.
Più che una cancellata «una corona di gloria». La immagina così, Massimo Lippi, la sua «opera d’arte» per il sagrato di Santo Spirito. Al progetto ha iniziato a pensarci dopo che il priore della basilica, stanco di vedere i suoi appelli cadere nel vuoto, ha lanciato l’idea di «cingere» lo spazio antistante la chiesa per salvaguardarlo dalla mala movida, dagli atti vandalici e dallo spaccio. Lippi pensa «ad elementi sferometrici e non a semplici pali conficcati in terra— racconta — Non sarà una brutale cancellata messa lì a separare, né un’opera ciclopica o una muraglia, ma un elemento a giorno che si sposerà con la chiesa del Brunelleschi, con le opere contenute al suo interno e con la piazza».
Massimo Lippi — artista figurativo senese con un passato da professore, ha esposto le sue sculture in vari Paesi e città del mondo (Polonia, Russia, Armenia, Francia, Lima, New York,), dipinge e scrive poesie — si candida per ideare e realizzare, insieme ad alcuni artigiani toscani del ferro battuto, il progetto della cancellata di Santo Spirito. Su quella «corona» lo scultore vorrebbe «imprimere i limiti e le difficoltà del tempo» con segni che richiamano alla cristianità, «come le rose, i fiori, i tralci, l’ulivo. La cancellata sarà la metafora del Buon Pastore che difende il suo gregge e lo invita a entrare nell’ovile — continua Lippi — Immagino un ingresso in corrispondenza di ogni porta della basilica e non un continuo sbarramento. Ci vuole apertura, questo deve comunicare l’opera».
L’artista, che conosce bene ciò che accade (soprattutto nel fine settimana) sul sagrato della chiesa, si è confrontato anche con padre Giuseppe Pagano al quale ha dato la sua disponibilità in caso ci fosse il via libera da parte della soprintendenza e in seguito della prefettura. «La Chiesa è la mia mamma e se la mia mamma è in pericolo io la difendo. È il caso di Santo Spirito — prosegue Lippi — Bisogna far capire a tutti quei ragazzi che frequentano la piazza che lo spazio su cui vomitano, organizzano feste, usano come toilette, ci spacciano e ci consumano droga, è sacro e va preservato. Ecco perché ho deciso di candidarmi. Ho tutto in testa, posso anche realizzare tre metri di cancellata come prova se mi venisse chiesto».
Massimo Lippi per la città di Siena ha dipinto il Palio del 2 luglio 1993, ha realizzato, tra le altre cose, le sculture per il museo della Nobile Contrada dell’Oca, Il Crocifisso della Madonna del Voto per il Duomo, il ciborio in bronzo per la Basilica di S. Maria di Provenzano; ma la cosa di cui va sicuramente più fiero è il portale in bronzo della basilica di San Domenico dedicato a Santa Caterina, «un lavoro duro, lungo sei anni, che mi ha arricchito spiritualmente, dato che mi ritengo l’ultimo dei cristiani». E tanto per non farsi mancare nulla ha pure debuttato come autore e regista di teatro — con tre opere, la Trasfigurazione, il Gommone e Marte Maria — e pubblicato cinque libri mentre era visiting professor dell’Università di Dallas, in Texas. Insomma, Lippi si sente a suo agio in qualunque campo artistico, ma basta parlarci cinque minuti per rendersi conto che la sua vera passione è il modellare il bronzo, la pietra e il legno.
«La corona di Santo Spirito a cui penso è un tripudio di vita agreste con una sequenza di linee e di immagini. É importante però scegliere il materiale con cui dovremo realizzare l’opera — ragiona l’artista — Il ferro è una materia non troppo duttile, quindi dovremmo arrivare a tecniche di fusione, che hanno un prezzo contenuto, per ripetere questi motivi decorativi». Sui costi Lippi preferisce non sbilanciarsi, né tantomeno vuole lanciare numero a caso: «Di una cosa sono certo, per realizzare una cancellata artistica e con tutti i crismi, senza lasciare nulla al caso, ci vorrebbe il concorso di tutta la città, delle fondazioni e di quelle persone di buon cuore a cui interessa uno dei luoghi e dei monumenti più importanti di Firenze».
|