Londra. La biblioteca che racconta il dramma dell’esilio Ida Bozzi Corriere della Sera 12/3/2020
Londra. Al British Museum l’artista Edmund de Waal ha raccolto duemila volumi di autori costretti a lasciare la patria
Un’opera d’arte fatta anche di libri, dove accomodarsi, leggere qualche pagina e scrivere il proprio nome. Resterà aperta da oggi fino all’8 settembre, al British Museum di Londra, l’installazione Library of Exile, «Biblioteca dell’esilio», dell’artista britannico Edmund de Waal, della quale s’era occupata pure «la Lettura» #388, il 5 maggio 2019. Un padiglione in ceramica, materiale prediletto da de Waal, già visto alla Biennale di Venezia 2019 ora per sei mesi nella capitale inglese: con dentro 2 mila libri scelti da de Waal e scritti da autori «esiliati» in epoche e per motivi diversi.
Tra i molti autori di questa «biblioteca della repressione» si può trovare Ovidio, esiliato da Ottaviano Augusto nella lontana città di Tomi sul Mar Nero; Dante Alighieri, condannato a morte in patria e destinato a non rivedere più Firenze; ci sono le opere di Albert Einstein e della scrittrice per l’infanzia Judith Kerr, fuggiti dopo l’ascesa al potere di Hitler in Germania; le poesie di Marina Cvetaeva, emigrata dall’Unione Sovietica di Stalin; l’autobiografia di Charlie Chaplin, che morì in Svizzera senza più tornare negli Stati Uniti.
Nell’intenzione dell’artista, l’opera consente una doppia riflessione sull’essenziale contributo degli esuli alla cultura mondiale e sulla lingua come appartenenza: «L’opera riguarda l’esilio — ha spiegato de Waal —, che cosa significa trasferirsi in un altro Paese, parlare un’altra lingua». Nell’installazione sono esposte anche quattro opere della serie dei Salmi dell’artista (Salmo I-IV), mentre l’esterno della stanza è dipinto in porcellana liquida su cui sono incisi i nomi delle biblioteche perdute della storia, l’antica biblioteca di Ninive o quella distrutta a Mosul, in Iraq.
Proprio alla biblioteca in costruzione all’Università di Mosul saranno donati i volumi dopo la mostra londinese. I visitatori, che possono entrare nella biblioteca e leggere i libri esposti, sono liberi di scrivere il proprio nome sull’ex libris contenuto in ciascun volume; si può contribuire anche da casa alla mostra, consultando il catalogo online (britishmuseum.org) e suggerendo nuovi autori per la collezione.
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