Pistoia, via la direttrice del Marini Matteo Lignelli Corriere Fiorentino 14/3/2020
Maria Teresa Tosi era in malattia: ieri la lettera di licenziamento
Pistoia. «Ho dato la vita per questo museo, vederlo ridotto così mi fa male» dichiarava Maria Teresa Tosi, l’ormai ex direttrice del Marino Marini di Pistoia nei giorni in cui il polo aveva aperto senza vigilantes per la diatriba tra Comune e Fondazione Marini, che lo gestisce e vorrebbe spostare le opere a Firenze unendole con quelle dell’omonimo museo in San Pancrazio. Chissà come si sentirà in questi giorni, dopo che la fondazione l’ha licenziata nonostante fosse in malattia e il rientro fissato per oggi.
La stessa lettera con cui a metà gennaio erano stati licenziati due storici dipendenti— «la Fondazione ritiene inutile e superflua la sua posizione» — è arrivata anche a lei, che dal 1983 segue le autentiche dell’artista pistoiese e da trent’anni il museo. Oltre al tempo passato a fianco di Mercedes Pedrazzini, la moglie di Marini, che nel testamento ha disposto che «il patrimonio da me destinato alla Fondazione Marino Marini di Pistoia non potrà essere utilizzato senza il parere favorevole/vincolante della dottoressa Tosi. Per il periodo di 15 anni dalla mia dipartita», avvenuta nel 2008.
Ora la donna agirà per vie legali e sindacali, strada intrapresa dagli altri due lavoratori. Sul possibile trasferimento delle opere, la Fondazione aveva fatto dietro front nel consiglio d’amministrazione del 4 marzo, modificando le delibere che lo prevedevano e dichiarando di non aver mai avuto «intento predatorio», ma intanto la procura ha aperto un’inchiesta. Il museo, come da Dpcm, in questi giorni è chiuso e dopo l’ultimo licenziamento è rimasta una sola dipendente part time. Intanto il Comune di Pistoia valuta la proposta ricevuta nell’ultimo Cda: avere in concessione il museo per un anno in attesa del verdetto del Tar, al quale la Fondazione ha fatto ricorso per togliere il vincolo pertinenziale che lega il patrimonio a Pistoia.
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