Trento. Dal Comune 300.000 euro per il museo degli alpini. «Spazio a storia e valori» Erica Ferro Corriere del Trentino 17/3/2020
Doss Trento, i lavori slittano ma c’è il progetto strutturato su tre aree
Trento. I lavori sarebbero dovuti cominciare all’inizio del mese, l’apertura al pubblico preventivata per l’estate. L’emergenza sanitaria nazionale, però, sta scompaginando il calendario anche del museo nazionale storico degli alpini sul Doss Trento: inaugurata la nuova struttura il 13 ottobre scorso, adesso sarebbe toccato all’allestimento vero e proprio. «Per portarlo a termine servono circa 45 giorni — fa sapere il direttore, il tenente colonnello Giulio Lepore — ma ora tutti i tempi sono dilatati». Nel frattempo la giunta comunale aveva approvato il progetto e stanziato l’intera cifra necessaria a realizzarlo: 300.000 euro già disponibili sul bilancio di Palazzo Thun. Il museo ha visto la luce il 15 marzo del 1958, due anni prima era stata posata la prima pietra. Cinque mesi fa è stata inaugurata, invece, la nuova struttura, ampliata e riqualificata: lo spazio espositivo è passato da 250 a 1.100 metri quadrati. Durante la realizzazione degli scavi era stata anche scoperta una necropoli longobarda, che sarà lasciata a vista in uno spazio del pavimento. Adesso sarebbe stato il momento di riportare sul Doss Trento la collezione che è ora temporaneamente esposta a Torre Vanga, ma al momento tutto è fermo: «Se dopo il 25 marzo il Comune dovesse riaprire gli uffici l’Associazione nazionale alpini potrebbe sottoscrivere il contratto e poi la ditta specializzata che abbiamo già individuato potrebbe iniziare l’allestimento — fa sapere Lepore — ma ora tutti i tempi sono dilatati e non abbiamo certezze». L’unica cosa sicura è l’aspetto che avrà la nuova struttura museale, pensata «non come una semplice esposizione di documenti e testimonianze del passato degli alpini ma come luogo attivo di storia, capace di trasmettere anche i valori del presente e del futuro delle truppe alpine» si legge nella relazione illustrativa del progetto. Per farlo l’allestimento è stato configurato in tre grandi macroaree: «ingresso, esposizione cronologica della storia e sacrario», «l’alpino in movimento» e «tematiche alpine». Subito dopo l’entrata, dove una struttura espositiva racconterà la storia del Doss Trento, l’area cronologica occuperà circa 250 metri quadri dedicati a uniformi e armi che hanno caratterizzato la storia del corpo e all’esposizione di una settantina di labari reggimentali. Da lì si accederà al sacrario, il luogo del museo che rimarrà quasi lo stesso di prima contenendo, scolpiti nelle lastre di marmo, i nomi dei 193 decorati con medaglia d’oro al valore militare.Per ricreare, poi, con il massimo realismo possibile, una trincea della prima guerra mondiale si adotteranno soluzioni tecniche d’avanguardia di realtà mista e ci sarà anche una stalla con la replica di un mulo per far conoscere questo luogo di lavoro. Ma saranno esposti anche i mezzi degli alpini, l’artiglieria e le slitte di montagna, i distintivi e le principali onorificenze.
Una sala sarà dedicata all’Ana, una racconterà la quotidianità, di oggi e di un tempo, del corpo degli alpini, con delle installazioni interattive delle caserme e per i segnali di tromba. Verranno descritte anche tutte le attività belliche svolte dagli alpini in Africa e le missioni di pace cui il corpo ha partecipato in tempi recenti, dal Mozambico alla Bosnia.
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