Lo spazio vuoto tra paura e bellezza Corriere del Trentino 14/4/2020
Osservando le piazze vuote della nostra città, ancor più significative in questa Pasqua anomala, siamo colti dallo stesso spaesamento che ci provoca un quadro di De Chirico. Sono immagini metafisiche e per certi versi surreali. Da una parte siamo colpiti dalla bellezza delle forme e delle architetture: le nostre piazze sono belle, hanno un grande fascino e molte cortine edilizie che le delimitano sono opere d’arte notevoli e in alcuni casi, come in piazza Duomo, da togliere il fiato. Dall’altra, l’assenza di vita ci angoscia, ci spaventa e ci impaurisce; perché lo spazio senza le persone è per definizione inanimato.
Sono infatti le persone che danno anima a un luogo. E sono le funzioni che le persone svolgono a dare carattere e vita allo spazio. Che senso ha infatti una piazza del mercato senza mercato? O una piazza delle Fiera senza la fiera? Le funzioni di carattere commerciale, culturale, pubblico sono indispensabili. Lo spazio da solo non è sufficiente a creare un luogo. La piazza è sicuramente la prima creazione di un luogo urbano. Il risultato del raggruppamento di edifici attorno a uno spazio libero che permette il massimo controllo pubblico interno e una facile difesa dall’esterno perché ha una minima parte di superficie esterna da proteggere.
Ma la piazza è anche il luogo dell’incontro e molte volte si è convertita in portatrice di un contenuto simbolico diventando agorà, forum, chiostro. Per capire lo spazio bisogna saper guardare. E guardare non è semplicemente vedere . A vedere son buoni tutti. Ci vuole uno sguardo cosciente che è fondamentale per la comprensione dello spazio. Ci vuole uno sguardo che scelga un punto di vista , che si fermi sui dettagli più graditi e gradevoli, uno sguardo umano, caldo, che sappia trarre conforto dallo spazio. Ma guardare una piazza senza le persone genera in tempi come questi, uno sguardo glaciale e una sensazione di paura. E non è certamente colpa dello spazio urbano ma di questi tempi contaminati. Ricordiamoci però quando potremo tornare a uscire e a reincontrarci in piazza di guardare questi luoghi, di goderceli , assieme alle persone che di nuovo le riempiranno. Ricordiamoci che viviamo in una bellissima città che forse non abbiamo mai guardato. E cerchiamo di vedere lo spazio, la vita, il tempo e il mondo con altri occhi. |