Bologna, San Luca. Imbrattati i portici e i muri della basilica appena restaurati L. M. Corriere di Bologna 14/4/2020
Ti scende la catena» e pure qualche lacrima. Don Remo Resca, rettore del santuario della Madonna di San Luca per un attimo s’abbandona al suo «avvilimento», commuovendosi davanti alla «offesa alla bellezza» che nella notte precedente all’uscita dell’immagine della Beata Vergine — «lei ci tiene alla bellezza»— qualcuno ha pensato di arrecare assieme al danno.
Firma anarchica sui rimandi alla vendetta per quello accaduto nelle carceri, scritte blasfeme e spray nero al vaglio della Digos (che sta verificando la presenza di telecamere utili), lo stesso che ha imbrattato le mura davanti all’ingresso del santuario e di centocinquanta metri sotto al portico, cominciando subito prima del cancello che chiude l’ultima scalinata poi scavalcato per andare a completare l’opera. «Si qualificano da sole e certamente addolorano» la reazione alle scritte dell’arcivescovo, il cardinale Matteo Zuppi, che già durante l’omelia aveva cercato di consolare Don Remo.«In un momento come questo, con le urgenze che ci sono, pensare a quanto tempo e denaro ci vorranno per restaurare dispiace tanto. In un giorno in cui tutti avevamo nel cuore un messaggio di rinascita» è di nuovo il rettore di San Luca a parlare. Guardando le scritte e gli evidenti pannelli con cui sono state coperte almeno quelle di fronte all’ingresso Don Remo vede «tenebre, odio,volgarità e bassezza». Ma soprattutto «ignoranza. Oggi siamo un po’ più saggi e indossiamo le mascherine, ma non siamo ancora tanto lontani da quelli di cui parlava Manzoni nel ‘600, epoca di grande “ignorantezza”. Leggo frasi contro i preti, bersaglio inutile. L’offesa è alla bellezza, alla cura della città. Come diceva il cardinal Caffarra, contro gli stupidi si è impotenti». Lo stesso Caffarra che celebrò una messa nel 2007, riparatrice dell’offesa blasfema che una mostra poi cancellata fu accusata di arrecare. «Solo silenzio e lavoro» dice Don Remo, escludendo la possibilità di un’altra funzione riparatrice «a meno che il vescovo non me lo chieda. Ci vorrà una spesa enorme, un restauro costosissimo e lunghissimo».
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