Mantova. Il laboratorio di restauri a 3 dimensioni Giovanni Vigna Corriere della Sera - Milano 22/4/2020
Il laboratorio di architettura con sede nel polo mantovano del Politecnico — il «Mantovalab» — progetta il restauro di monumenti storici e contribuisce alla mappatura di cantieri e opere pubbliche in Italia e all’estero, attraverso lo sviluppo di modelli tridimensionali per il patrimonio culturale.
Cantieri «virtuali» da Napoli a Venezia fino a Gerusalemme, Mantova Lab fa parte dell’unità Hesutech (Heritage Survey Technology), orientata alla realizzazione e alla sperimentazione di moderne metodologie per il rilievo, la catalogazione e la gestione dei dati delle architetture e dell’ambiente.
Mantova. Cantieri «virtuali» a Napoli, Venezia e Gerusalemme. Mantova Lab, il laboratorio di architettura del Politecnico di Milano, progetta il restauro di monumenti storici e contribuisce alla mappatura di cantieri e opere pubbliche in Italia e all’estero, attraverso lo sviluppo di modelli tridimensionali per il patrimonio culturale che sfruttano la tecnologia Hbim (Heritage Building Information Modeling).
Il laboratorio, che ha sede nel polo universitario di Mantova, è diretto dal professor Luigi Fregonese che coordina un gruppo di una decina di docenti, tecnici, dottorandi e assegnisti di ricerca.
Mantova Lab fa parte dell’unità Hesutech (Heritage Survey Technology), orientata alla realizzazione e alla sperimentazione di moderne metodologie per il rilievo, la catalogazione e la gestione dei dati delle architetture e dell’ambiente.
«L’attività di ricerca riguarda un settore molto vasto che comprende lo studio, la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio architettonico e territoriale — spiega il professor Fregonese —. I campi applicativi di questa tecnologia sono molteplici e i modelli tridimensionali che sviluppiamo nel nostro laboratorio sono finalizzati all’analisi delle strutture architettoniche e alla catalogazione di informazioni relative a restauro, ritrovamento, smontaggio e riposizionamento di reperti».
L’emergenza coronavirus non ha fermato l’attività del laboratorio che attualmente sta lavorando, come tanti altri in tutta Italia, da remoto sul progetto di restauro della basilica di San Marco a Venezia, grazie alla mappatura delle superfici dei mosaici e dei marmi.
Questa ricerca, commissionata nel 2013 dalla Procuratoria di San Marco, prevede la realizzazione del modello tridimensionale complessivo della basilica veneziana, di tutti gli ambienti interni ed esterni alla chiesa, degli elementi decorativi scultorei, del ciborio e di altari, pulpiti e plutei, esclusi gli elementi di arredo.
Contemporaneamente, Mantova Lab è impegnato in attività di ricerca nei cantieri della metropolitana di Napoli per le stazioni di piazza Municipio e Duomo, con l’obiettivo di documentare i reperti archeologici venuti alla luce durante gli scavi dal 2012 a oggi, che una volta terminata la catalogazione verranno riposizionati in loco alla fine dei lavori per la metropolitana. «Abbiamo catalogato i manufatti ritrovati nel cantiere in accordo con la direzione scientifica dello scavo e con la Soprintendenza — afferma il professor Fregonese —. Dopo la prima fase si segue un iter autorizzativo propedeutico allo smontaggio e alla ricollocazione dei reperti, una volta completate le opere di costruzione della metropolitana».
Il laboratorio mantovano che restaura con la tecnica tridimensionale sta collaborando anche con il Centro per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali «La Venaria Reale» di Torino che si occupa del restauro della pavimentazione della Rotonda dell’Anastasi e della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Identificato, secondo la tradizione cristiana, come il luogo della morte e della resurrezione di Gesù Cristo.
«Si tratta di un atro progetto di primaria importanza che interessa uno dei monumenti più importanti della storia dell’umanità — sottolinea il responsabile di Mantova Lab —, abbiamo già consegnato il modello tridimensionale e siamo in attesa di procedere con il restauro».
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