Perché tenere sospesi i restauratori di opere d’arte? Corriere Fiorentino 30/4/2020
Appello. Un gruppo di restauratori
Caro Direttore,
le scriviamo per porre alla Sua attenzione e a quella dei suoi lettori la situazione incresciosa in cui si sono venuti a trovare i restauratori di Opere d’Arte in seguito al DPCM del 26 aprile 2020. 900302 è il codice Ateco (ATtività ECOnomiche) che contraddistingue l’Attività di Conservazione e Restauro di Opere d’Arte. Le imprese e le ditte individuali che in Italia svolgono tale attività sono circa 6.000, un numero ridotto di società e persone fisiche, contraddistinte da un’alta formazione professionale.
Malgrado l’opinione diffusa che si tratti di uno dei mestieri più importanti e affascinanti legato alla conservazione e alla valorizzazione del nostro immenso patrimonio artistico, siamo una categoria spesso dimenticata e forse non compresa nelle sue specificità. Per chiarire meglio cosa rappresenti il nostro lavoro nel contesto sociale può essere utile suddividere l’attività di conservazione e restauro di opere d’arte in due gruppi con caratteristiche differenti. Da una parte possiamo riunire i restauratori di affreschi, materiali lapidei e musivi. Il tipo di lavorazioni che contraddistinguono questo settore professionale necessita spesso di allestimenti cantieristici e pertanto gli addetti che ne fanno parte devono sottostare alla normativa del settore edilizio con tutti gli oneri e gli adempimenti normativi che ne conseguono. Rientrando in tale settore, sembrava del tutto normale riprendere il lavoro il 4 maggio con l’apertura dei cantieri, ma non è stato così e ciò nonostante il fatto che il numero di restauratori sui cantieri sia generalmente molto ridotto e la possibilità di distanziamento sociale perfettamente garantita. La contraddizione appare ancor più evidente in quanto imbianchini, decoratori, vetrai,addetti alla posa in opera di infissi, arredi, controsoffitti e pareti mobili sono invece autorizzati a lavorare. Il secondo gruppo, quello dei restauratori di dipinti, sculture lignee, bronzi, oreficeria, tessuti e molti altri manufatti, è caratterizzato da lavorazioni di estrema precisione che si svolgono in studi o laboratori, dove i contatti sono assai limitati e potrebbero, in questo momento, essere ulteriormente ridotti. Nonostante questo isolamento sociale più che garantito, anche tutti questi operatori sono soggetti a sospensione.
Perché allora sono consentite le attività di riparazione di strumenti musicali, orologi, gioielli, articoli in cuoio o pelle, mobili e oggetti di arredamento? Forse i tappezzieri, i corniciai e chi ripara computer, elettrodomestici, articoli da giardinaggio e articoli di vestiario, hanno meno possibilità di diffondere il Covid 19? Perché molte delle attività che, come noi, sono inserite nel cluster di codifica Ateco 90 (Attività Artistiche, Sportive, di Intrattenimento e Divertimento) non sono soggette a sospensione e noi invece sì? In considerazione dell’evidente illogicità del provvedimento, pretendiamo una risposta e un intervento nei tempi più rapidi. (Lettera firmata)
|