Torino. «Così misuro la febbre anche a Mantegna». Proroga di tre mesi per la mostra a Palazzo Madama Giorgia Mecca Corriere della Sera - Torino 5/5/2020
La conservatrice Arnaldi di Balme: controlli continui
Anche Andrea Mantegna e la mostra Rivivere l’antico, costruire il moderno sono stati costretti all’isolamento e alla quarantena obbligatoria. Dall’8 marzo, come tutti gli altri musei italiani, Palazzo Madama ha chiuso i cancelli al pubblico, dietro le quinte, però, la squadra di conservatori, restauratori e tecnici ha continuato a lavorare per garantire che i capolavori in esposizione rimanessero al sicuro e non si rovinassero.
«In queste settimane di lockdown abbiamo deciso di spegnere le luci delle mostre perché le opere non fossero sottoposte a una inutile e dannosa illuminazione», spiega Clelia Arnaldi di Balme, conservatrice di Palazzo Madama. «Tutte le telecamere, però sono rimaste attive 24 ore su 24, così come il servizio di sorveglianza e un operatore della squadra tecnica pronto a intervenire in caso di pericolo». Una porta aperta, un po’ di pioggia o un leggero movimento bastano per compromettere un capolavoro. A luci spente, le tele sono state coperte con carta velina, una richiesta che è arrivata direttamente dai musei prestatori dislocati tutto il mondo: New York, Parigi, Berlino, Vienna, Bergamo, Milano.
«Anche i dispositivi che rilevano la temperatura e l’umidità sono sempre rimasti accesi per controllare che nelle sale di piazza Castello non si verificassero sbalzi termici, pericolosi per i quadri. Ogni settimana abbiamo trasmesso i dati ai musei di provenienza».
La Pala Trivulzio, uno dei capolavori dell’artista rinascimentale in esposizione a Torino, ha più di cinquecento anni, li porta splendidamente ma ha bisogno di controlli e di cure costanti e non deve essere sottoposta a stress o a movimenti bruschi, basta un attimo di distrazione o un colpo di vento per danneggiarla. «Oltre al monitoraggio», prosegue Clelia Arnaldi, «due volte alla settimana io o il mio collega Simone Balocco siamo andati di persona a controllare lo stato dei quadri. In particolare, mi preoccupavano le tele che riproducono i Trionfi di Giulio Cesare. Si tratta di tele incollate sul legno, particolarmente sensibili alle variazioni di umidità. C’era il rischio che i due supporti si muovessero in maniera incoerente. Per questo la Národní Galerie di Praga è stata molto attenta a seguire il monitoraggio dei dati che trasmettevamo». I prestiti erano in buone mani, l’artista veneziano e i suoi colleghi hanno superato perfettamente la fase uno della pandemia: «Abbiamo soltanto notato un momento di discontinuità. Nei giorni in cui c’è stato vento forte l’umidità è scesa e abbiamo dovuto accendere gli umidificatori portatili nelle zone più sensibili».
Le 130 opere adesso velate e al buio (oltre a Mantegna, Donatello, Leon Battista Alberti, Antonello da Messina), nei tre mesi di apertura al pubblico avevano avuto più di cinquantamila visitatori. Ieri sarebbe stato l’ultimo giorno prima della chiusura definitiva della mostra, ma Palazzo Madama ha chiesto ai musei di provenienza delle opere una proroga dei prestiti, in modo da poter prolungare la mostra fino alla fine dell’estate. «La risposta da parte di quasi tutti è stata affermativa». Dopo essere stati rassicurati sui dispositivi utilizzati per la messa in sicurezza e sulle misure anti intrusione adottate, si è deciso che Mantegna può rimanere per altri tre mesi a Torino, con qualche eccezione. «Alcuni disegni su carta provenienti dalla biblioteca viennese la prossima settimana torneranno in Austria, ma in tutto si tratta di non più di dieci opere». Tutto il resto rimane in città, Mantegna è pronto per accogliere il pubblico. |